Wingardium Leviosa

Oggi ho avuto il grande piacere di scambiare quattro chiacchiere con Marina Lenti, saggista specializzata in letteratura fantastica, considerata un’esperta della saga di Harry Potter. Milanese, laureata in legge, Marina ha iniziato a scrivere nel 1989, collaborando con testate musicali e, successivamente, con pubblicazioni dedicate all’home video. Nel corso degli anni si è occupata dell’attività di ufficio stampa, collaborando con alcune case editrici! Per oltre quattro anni, inoltre, è stata la Guida Harry Potter del portale Supereva/Dada. Per lo stesso portale ha scritto anche numerosi articoli in tema di musica e di animali. Tra i diversi saggi dedicati al maghetto possiamo ricordare L’incantesimo Harry Potter, La metafisica di Harry Potter, Harry Potter: il cibo come strumento letterario.

 

Buonasera Marina, ci può raccontare come è nato il suo amore per la lettura. Lei si reputa una lettrice onnivora?

Ho amato i libri fin da quando ho imparato a leggere. Il mio primo romanzo, a sei anni, è stato Piccole Donne di Louisa May Alcott, un classico per le bimbe, specialmente ai miei tempi. Da allora non ho mai smesso. So che può sembrare una frase fatta, ma mi si è aperto un mondo. Anzi, innumerevoli mondi. Amo sia la saggistica che la narrativa, ma non sono però una lettrice onnivora: ci sono generi che proprio non mi interessano. Occasionalmente mi può capitare comunque di leggere qualcosa all’interno di questi settori, magari perché qualche amico ha pubblicato un libro, ma di solito preferisco evitare. Naturalmente il Fantasy e la Letteratura per ragazzi sono i miei generi preferirti.

Ha iniziato le prime collaborazioni giornalistiche scrivendo di musica e cinema. Come è approdata nel mondo fantasy della Rowling?

Sì, ho iniziato quando esisteva solo a carta, quindi in era preistorica (n.r.d. ride). Alla Rowling sono approdata, come tutti, da lettrice. Ma siccome sono una persona curiosa, quando apprezzo qualcosa mi piace anche investigarne i dietro le quinte. E così ho iniziato ad approfondire come è nata la saga. Da lì sono arrivata ad alcune collaborazioni con portali che si occupavano del tema, in particolare FantasyMagazine, e dopo qualche mese mi è stato proposto di scrivere il primo saggio. Una grossa sfida, ma una sfida che mi allettava moltissimo. Mi sono detta che al massimo, se avessi fallito, il libro non sarebbe stato pubblicato, ma il divertimento provato nello scriverlo e nel misurarmi valeva il rischio.

Per fortuna l’editore è stato dell’avviso che il testo meritasse la pubblicazione, e così è nato L’Incantesimo Harry Potter, che esaminava la saga a 360°. Da lì mi è stato proposto un secondo lavoro, il libretto ludico Harry Potter a test e poi, via via, sono nate tutte le altre occasioni, inclusa quella di raccogliere attorno a me un team di colleghi, anch’essi appassionati di Fantastico, che abbiamo battezzato scherzosamente Italinklings e con cui porto avanti un progetto di saggistica multiautore che sta per pubblicare il suo quinto volume, previsto per l’anno venturo e dedicato alla figura del drago in dieci Opere fantasy.

Che ricordi ha del periodo in cui è stata redattrice di Fantasy Magazine?

Bellissimi. Era l’epoca in cui il genere stava vivendo il suo boom, la redazione era simpatica e affiatata e FM era il più grosso portale di riferimento per gli appassionati. Inoltre non esistevano ancora i social e quindi c’era un forum attivissimo, dove nascevano discussioni meravigliose. Cose che non riescono più ad accadere oggi in posti orrendi come Facebook.

È stato proprio un momento magico e sono molto grata di averlo vissuto, per me è stata una seconda giovinezza, dopo un periodo altrettanto magico vissuto precedentemente nella musica. Anche quando me ne sono andata (purtroppo, prima o poi, tutte le cose belle finiscono), ho conservato ottimi rapporti di amicizia con gli ex colleghi e ogni tanto faccio ancora qualche incursione nel portale con degli articoli. È capitato ad esempio per le anteprime dei due episodi di Animali Fantastici.

Italo Calvino affermava: “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”. Cosa rappresenta per lei la fantasia?

È lo strumento creativo più potente che possediamo. Senza di esso saremmo ancora nelle spelonche. Per citare il grande Peter Gabriel, “tutti gli edifici, tutte le auto, una volta erano solo un sogno nella testa di qualcuno”. È una frase che assomma in sé tutta l’importanza di questa meravigliosa dote umana. Ma naturalmente non è solo la fonte di cose concrete, bensì anche di tutto il pensiero speculativo maturato in millenni e che è anch’esso parte fondante di qualsiasi civiltà. Purtroppo viviamo ora in una società che tende a svilire la fantasia, preferendogli solo ciò che è tangibile. Un errore madornale e un atteggiamento assai stolto.

Cosa la affascina maggiormente dell’universo creato da J.K. Rowling?

Anzitutto l’ambientazione, quella capacità di reinventare tutto ciò che c’è nella nostra realtà, ma in una luce differente. Per dirla con le parole stesse della Rowling “la realtà con un pizzico di distorsione”. E poi l’accuratezza con cui è stata pianificata la trama e infine le varie tematiche soprannaturali di cui è intessuta la saga (pensate solo ai Patronus, al valore simbolico del sette, ai riferimenti alchemici, alla questione degli horcrux). È un tema talmente vasto e affascinante da essersi meritato un saggio apposito, che ho intitolato proprio La Metafisica di Harry Potter. È qualcosa di impercettibile a livello conscio, ma che è fonte di grande presa su di noi, attraverso canali invisibili e sotterranei.

Nel 2021 ha pubblicato, per Edizioni Corsare, ‘La penna magica di Joanne’, biografia romanzata e illustrata sull’autrice di Harry Potter, dedicata ai più piccoli. Ce ne vuole parlare?

È un libriccino che arriva un po’ al culmine di ciò che ho scritto sia in materia di Harry Potter che sulla sua autrice. L’idea è nata dopo aver portato a compimento un saggio biografico per adulti, J.K. Rowling – l’incantatrice di 450 milioni di lettori. Mi sono resa conto che quella della Rowling era una storia che valeva la pena di raccontare anche ai bimbi, naturalmente adottando un registro che fosse adatto a loro – quello della storia romanzata – perché è un grande esempio di riscatto attraverso la scrittura e una sorta di parabola fiabesca su quanto sia importante credere nei propri sogni.

Mi ha aiutato a raccontare questa bellissima storia l’illustratrice Miriam Serafin, coi suoi disegni delicati e onirici che si accompagnano benissimo al testo. Si parte con l’infanzia della Rowling, le peripezie scolastiche e la vita da giovane adulta, per passare attraverso la devastante perdita materna, l’esperienza del matrimonio e della prima figlia  e i tempi difficili di un’acutissima depressione, per giungere infine al favoloso viaggio nel mondo editoriale che ha letteralmente stravolto i canoni del libro per ragazzi, Se oggi la scrittrice si rimirasse nello Specchio delle Brame, vedrebbe davvero solo sé stessa, come accadrebbe alla persona più felice del mondo, quella che ha realizzato i suoi più grandi obiettivi.

Le faccio una provocazione: se Harry Potter fosse stato girato in Italia, quali attori avrebbe visto bene per i vari personaggi?

Ok, ora mi attirerò un sacco di strali, ma non seguo molto il cinema italiano e non guardo neanche la tv ormai da tantissimi anni, a parte qualche sporadico caso. Se proprio devo fare un nome, quello che mi viene in mente di primo acchito è Pietro Sermonti: visto che nella serie Boris (uno degli sporadici casi di cui sopra che ho effettivamente seguito) ha impersonato magnificamente un cialtrone pieno di sé, l’attore Stanis La Rochelle, penso che sarebbe stato un favoloso Gilderoy Allock.

Segue un iter preciso quando scrive un testo?

Sì. Raccolgo il primo materiale e inizio a sgrezzarlo. Sgrezzandolo, mi rendo conto dei vari sotto-temi che si vanno formando e che diventeranno l’embrione dell’indice. A questo punto il lavoro procede in contemporanea su molteplici fronti: continuo la raccolta, il filtro e la catalogazione. Quando ritengo di aver raccolto materiale a sufficienza, allora inizio anche a scrivere, ma poiché sono un’autrice lenta (nomen est omen) e quindi mi ci vogliono anni per terminare un libro, continuo ad aggiornare il materiale e quindi il filtraggio e l’aggiunta di nuove informazioni fino a quando non consegno il manoscritto all’editore.

Il suo film e il suo libro preferito (esclusi quelli sul maghetto)?

Ah, ma come si fa, sono troppi! Se ci limitiamo alle due categorie che ho citato sopra, quella fantastica e quella per ragazzi, direi, per i libri, La Storia Infinita di Michael Ende e Senza Famiglia di Hector Malot, mentre per i film Il Signore degli Anelli e Spiderwick Le Cronache. Ma faccio torto a innumerevoli altri, sia in questi generi che in altri. Ormai la produzione è così vasta che probabilmente dovrei stilare una top 100!

Che consiglio darebbe a un aspirante scrittore?

È banale, lo so, ma leggere e scrivere sono le uniche due palestre che conosco.  Anche in questo campo, funziona come diceva Amanda Sandrelli in Non Ci Resta Che Piangere, con quella sua maniera buffa; “bisogna esercitarsi…provare, provare, provare, provare… e poi ci si riesce”.

La felicità la puoi trovare anche nei momenti più bui. Devi solo ricordarti di accendere la luce.

Sirius Black

 

Valerio Molinaro

 

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