Cassandra, figlia di Ecuba e Priamo – re di Troia – la sacerdotessa del Tempio di Apollo che possedeva la dannata facoltà della preveggenza, anticipando terribili sciagure – e per questo invisa a molti – è risorta…a Pompei!
Jan Fabre aveva provato a riportarla in vita già l’anno scorso, ma le quattro mura di un teatro erano troppo strette per la divinatrice Cassandra, aveva bisogno di ben altri spazi, il palcoscenico del teatro antico di Pompei – per la rassegna Pompeii Theatrum mundi – le è più congeniale.
La scena- installazione fatta di serpi e/o parti del corpo di Cassandra sparsi nel Mediterraneo, accompagnano le differenti tappe del suo risorgimento, una rinascita divisa in quadri, ogni quadro è introdotto dalla svestizione di Cassandra e ha un suo colore che lo caratterizza, ma soprattutto ogni quadro è un monito per noi tutti; noi tutti che abbiamo lasciato che fosse, ritrovandoci tra le mani un mondo malato che affronta crisi, pandemie e perde sé stesso.
La drammaturgia affidata a Ruggiero Cappuccio è una parola densa, corposa, reiterata – per questo talvolta ridondante – ma soprattutto fendente. Questa parola lenta e dilatata sarebbe lontana anni luce dal mondo registico di Fabre, il cui stile è fatto di velocità, corporeità, cosmopolitismo, lo sarebbe se non incontrasse una compiuta sintesi nell’interpretazione attoriale di Sonia Bergamasco. Cassandra entra in scena in modo sommesso ma autorevole, indossando vestiti luttuosi, le prime parole che pronuncia sono di una voce maschile fuori campo – lo stesso Cappuccio – poi prende la parola con la sua voce leggermente roca e graffiante e ha inizio questo monologo-monito, questi pensieri ad alta voce, questa preveggenza che non vede l’ora di essere ascoltata. Sul fondo della scena un video ritrae sempre Cassandra che con i suoi gesti “arrabbiati” chiede attenzione. Sonia-Cassandra cambia cifra interpretativa seguendo la tematica dei quadri e dei colori: il nero funereo, il rosso provocatoriamente narrativo, il verde speranzoso, il blu tanto instabile quanto adirato, il bianco candido e distrutto. L’interpretazione della Bergamasco è inappuntabile, trascina lo spettatore nel mito e nella contemporaneità, nella bellezza e nel degrado. Ma soprattutto l’attrice coniuga – donando equilibrio alla messinscena – perfettamente scrittura drammaturgica e scrittura scenica, divenendo così il valore aggiunto e necessario dello spettacolo.
Mariarosaria Mazzone
Pompeii Theatrum mundi
Teatri Grande – Parco Archeologico di Pompei 25/06/21
RESURREXIT CASSANDRA
di Ruggero Cappuccio
ideazione, regia, scenografia, film Jan Fabre
con Sonia Bergamasco
Ruggero Cappuccio dà voce al prologo
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
costumi Nika Campisi
disegno luci Wout Janssens
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
direzione tecnica Marciano Rizzo, Wout Janssens
tecnico video Alessandro Papa
elettricisti Angelo Grieco, Fulvio Mascolo, Carmine Pierri
fonici Tom Buys, Marcello Abucci, Italo Buonsenso
capo macchinista Enzo Palmieri
macchinista Alessio Cusitore
sarti Roberta Mattera, Mario Leko
delegata di produzione Gaia Silvestrini
coordinamento e distribuzione Aldo Grompone
Film
direttore della fotografia Rutger-Jan Cleiren
cameraman Kasper Mols, Charles Pacqué
aiuto regista Alma Auer
tecnico luci Duncan Kuijpers
assistente di produzione Annemiek Totté
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival, Troubleyn/Jan Fabre, Carnezzeria srls, TPE – Teatro Piemonte Europa