“Letteratura e salti mortali – L’armonia perduta”, Di Palma tenta un carpiato teso attraverso l’opera di La Capria.

Al Ridotto del Mercadante, Claudio di Palma, regista e interprete, aggiunge un nuovo capitolo alla rassegna de “L’armonia perduta”, dalle opere di Raffaele la Capria.

Questa volta il racconto teatrale trae liberamente spunto dalla raccolta “Letteratura e salti mortali”, in cui i saggi sulla letteratura degli anni ‘80 in esso raccolti lasciano trasparire “ un sentimento della letteratura che […] è vista non più attraverso le concettualizzazioni delle scienze umane (semeiotica, linguistica, strutturalismo, eccetera) ma dal punto di vista del senso comune”, dalla parte” dell’umano più che delle scienze”.

Claudio di Palma ha cercato di mantenere come elementi centrali della messa in scena, il tuffo, metafora portante del testo originale, che accosta la perfezione di un carpiato teso alla perfezione del frutto del genio letterario; e, da note di regia, il convito, come elemento passionale, sentimentale, umano, di quell’umanità di cui il protagonista denuncia la scomparsa. Se il riferimento al tuffo  è palpabile, inquadrato, metabolizzato e quindi coinvolgente, l’altra faccia della medaglia, cioè il discorso sulla letteratura, non riesce così incisiva. Ciò non dipende tanto dal testo drammaturgico che, nonostante forse qualche leziosità, ha molti spunti di riflessione, e trampolini anche brillanti, che strappano il sorriso, tenendo potenzialmente alta l’attenzione; quanto dalla altalenante tensione dell’interpretazione, che oscilla tra pezzi sentiti, metabolizzati, pieni , a pezzi proposti un po’ esternamente, vomitati o buttati via, più che interpretati con convinzione o coinvolgimento, e che quindi non coinvolgono. Nei primi il corpo scenico diviene tutt’uno con l’interessante e suggestiva scenografia (che ibrida una sala da pranzo con una piscina, un lungo tavolo con un trampolino), nei secondi questa armonia si rompe e tutti gli elementi della messa in scena sembrano non incastrarsi, anzi cozzare, distraendo.

  letteratuIl lungo monologo sembra oscillare tra un viaggio tutto interiore attraverso i ricordi di un nuotatore, e una lezione argomentativa, a tratti noiosa, su una certa estetica della letteratura mentre l’elemento del convivio, dove i convitati immaginari dovrebbero essere gli eroi della letteratura internazionale, sia autori che personaggi, non è ben chiaro. C’è poca fluidità tra le facce di questa medaglia metaforica e testuale che forse ha reso difficile l’armonizzazione della messa in scena e un giusto accumulo di tensione, che però non ha impedito un finale di una certa icasticità, un finale dove fortunatamente tutti gli elementi della piece si ricongiungono in una fascinosa immagine scenica.

  

Napoli – Ridotto Teatro Mercadante, 27 febbraio 2014

Federica Pirone

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