il rock anni ’90 e l’assurdo caso di una rapina “al succo di limone” nell’interessante Leviatano con Giulio Forges Davanzati

Leviatano, spettacolo realizzato da Compagnia Carmentalia e La Confraternita del Chianti, trae il suo titolo da un romanzo del 1992 di Paul Auster in cui emerge, tema ricorrente dello scrittore statunitense, quanto l’esistenza degli esseri umani sia in balia del caso e delle coincidenze e si rifà, proprio come il romanzo di Auster, al nome del malvagio mostro immaginario, originario della cultura ebraica e ripreso anche dalla speculazione filosofica di Hobbes,  avente forma di drago marino e simbolo del caos.

Il testo ripercorre le sequenze di una vicenda di cronaca americana degli anni ’90, una storia tanto paradossale quanto assurda e misconosciuta: la storia di McArthur Wheeler, quarantaquattrenne di Pittsburgh, in Pennsylvania, che nel 1995 rapinò a volto scoperto due banche della città in cui abitava, convinto di essersi reso invisibile con il succo di limone. Pare che, dopo aver seguito un esperimento effettuato con l’inchiostro simpatico, Wheeler, “rapinatore da strapazzo”, incensurato e dunque privo di qualsiasi esperienza criminale, si era persuaso che il succo di limone, strizzato sul volto, l’avrebbe reso del tutto invisibile.

L’osservazione dell’assurdità di questa vicenda diede lo spunto a due studiosi di socio-psicologia, David Dunning e Justin Kruger di elaborare il cosiddetto Effetto Dunning-Kruger, ossia la distorsione cognitiva nella quale soggetti poco esperti e poco competenti in un campo tendono a sovrastimare la propria preparazione giudicandola, a torto, superiore alla media. Insomma, l’improvvisato rapinatore di Pittsburgh divenne, in un certo qual senso, l’archetipo della stupidità, cioè di un pregiudizio cognitivo legato all’illusoria presunta superiorità delle proprie capacità che conduce all’assoluta assenza di consapevolezza della propria e dell’altrui condizione, d’altronde già Shakespeare, alcuni secoli prima, in Come vi piace, aveva scritto «Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio».

Ma la storia di Wheeler è solo lo spunto, interessante e bizzarro, per raccontare, sia pur parzialmente, una certa temperatura emotiva e musicale degli anni ’90, infatti sul palco i tre apprezzabili interpreti alternano le parti recitate e quelle in cui danno voce, dimostrando anche eccellenti qualità di musicisti, a brani grunge, neo punk e brit pop di quel periodo: da Song 2 dei Blur a Basket Case dei Green Day, passando per Pure Morning dei Placebo, Ironic di Alanis Morrisette e altri.

Insomma, Leviatano è un accattivante progetto di Riccardo Tabilio, un progetto originale e dall’anima profondamente rock e iconoclasta, interpretato con notevole grinta e bravura da Giulio Forges Davanzati, Alessia Sorbello e Andrea Trovato con l’ottima regia di Marco Di Stefano, che ne firma anche le scene e i costumi.

Galleria Toledo, Napoli, replica del 19.02.2023

 

 

 

 

 

 

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