Dopo 34 anni torna in scena Occhi Gettati, suggestivo carillon lirico e carnale di Enzo Moscato

Occhi Gettati non è un lavoro inedito. Lo dichiara il sottotitolo: Un de-coupage 34 anni dopo e lo dichiara lo stesso autore, il poeta e drammaturgo Enzo Moscato, che ricorda di averlo scritto e messo in scena più di trenta anni fa. Non sono nuove le atmosfere, le voci, i suoni e le temperature della pièce. Eppure, come tutte le opere scritte dai grandi Maestri, Occhio Gettati resta un testo straordinariamente moderno, un classico della drammaturgia e della poesia contemporanea per la potenza spirituale e culturale che sprigiona la costruzione evocativa e linguistica dell’opera, modello di una sperimentazione senza tempo, una sperimentazione che non ha esaurito e mai esaurirà la propria potenzialità creativa perché incardinata sulla capacità di rigenerarsi e ricaricarsi costantemente di nuovi significati e nuove esperienze.

Così, dopo più di trent’anni, Occhi Gettati non ha finito di dire quello che aveva da dire, anzi – attraverso la suggestione lirica che pervade la messinscena – le storie e i personaggi che si animano in questa sorta di prezioso carillon teatrale sospeso tra la carnalità dei vicoli di Partenope e la purezza poetica del raffinatissimo linguaggio di Moscato, restituiscono vividamente la seduzione e la disperazione di un’umanità stratificata e liminale, un’umanità che – proprio come la poesia – danza con malinconica levità, seguendo una sorta di rituale e babelico soliloquio in versi, sul vuoto delle proprie certezze e delle proprie speranze, sul vuoto delle convinzioni e dei luoghi comuni, sul vuoto dei propri desideri e dei propri dispiaceri, come un fantasma mosso dalla forza della scrittura e dell’amore perché tra la scrittura e l’amore – come istruisce Moscato – ci stanno delle connivenze e delle somiglianze.

In scena, con lo stesso Moscato nel ruolo di vate e demiurgo del fantasmatico universo poetico, Benedetto Casillo, mattatore del teatro popolare napoletano che rivela – così come rivelò Totò con Pasolini – una struggente e inedita cifra splenetica. Bravissimi, naturalmente, tutti gli interpreti coinvolti nella messinscena: Giuseppe Affinito, Salvatore Chiantone, Tonia Filomena, Amelia Longobardi, Anita Mosca, Emilio Massa, Antonio Polito.

Sala Assoli, Napoli, replica del 23.03.2022

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