“Diario di un pazzo”: nevrosi e alienazione a Fabbrica Europa

L’opera di Gogol in scena a Fabbrica Europa con l’attore rumeno Marius Manole e il violinista Alexander Balanescu.

_ Alexander Balanescu e Marius Manole _ Diario di un pazzo -®MARIA STEFANESCUUn testo quasi profetico quello di Gogol: quando lo ha scritto nel 1834 non poteva certo sapere che la sua morte sarebbe stata molto simile a quella del protagonista del suo racconto. Popriscin appartiene alla schiera degli antieroi che riempiono le pagine di tanta letteratura dell’Ottocento e del Novecento: mediocre, grottesco e persino malato. A portare in scena “Diario di un pazzo” è il regista rumeno Felix Alexa, ospite al Festival Fabbrica Europa che quest’anno si è focalizzato sulla scena teatrale contemporanea dell’area dei Balcani. Alexa rivisita l’opera gogoliana aprendo un dialogo serratissimo tra il protagonista (interpretato magnificamente da Marius Manole) e il violino del virtuoso Alexander Balanescu (il quale presta anche voce ad alcuni personaggi evocandoli in scena). La musica scandisce il tempo e da’ ritmo allo spettacolo, mentre la recitazione di Manole si trasforma man mano in un crescendo di agitazione e follia; anche i suoi gesti, da piccoli e impercettibili, diventano plateali e grotteschi. La pazzia si impossessa gradualmente della sua mente e l’attore riesce a mostrarne tutte le terrificanti tappe, fino a quella conclusiva, drammatica.

Popriscin è un impiegatuccio qualsiasi, alienato dal suo lavoro che consiste nell’affilare le matite per il direttore generale. È forse il desiderio di uscire da questa vita vuota e inutile a far affiorare la nevrosi, una forma molto grave che lo priva totalmente del contatto con la realtà. L’amore per la figlia del capo aumenta ulteriormente la sua frustrazione e da’ avvio alla follia con racconti visionari e deliri. Le allucinazioni diventano via via più totalizzanti, fino a fargli credere di essere il nuovo re di Spagna (e in questo modo riscattarsi dal suo misero status sociale). Popriscin viene rinchiuso in manicomio e sottoposto a torture, ma la sua malattia ormai altera ogni percezione ed è convinto di essere giunto a corte e che stia subendo le crudeli usanze del luogo. L’aspetto forse più cupo è la completa inconsapevolezza di cosa gli stia accadendo, nella sua testa interpreta in modo fantastico le reazioni degli altri ai suoi comportamenti. Questa condizione fa cadere il protagonista in una completa solitudine: un dramma che, nell’immaginario, continua anche dopo la morte.

Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Cantiere Florida di Firenze e Manole ha regalato al pubblico una grande prova d’attore: una sfida vinta dato che era la sua prima volta come one-man-show. Anche se la parola assume potere centrale in quest’opera (in rumeno, sopratitolata in italiano), l’agilità e la gestualità di Manole sono state in grado di far comprendere ogni istante del delirio ascendente di Popriscin. Affiancato dal violino di Balanescu, l’energico attore ha accompagnato gli spettatori attraverso le diverse emozioni, talvolta visionarie: amore, rabbia, dolore, invidia, umiliazione, stupore, ingenuità. Ma la follia non è solo orrore, è un rifugio da un dolore forse anche più grande. Il malato è come un bambino che si crea il suo mondo meraviglioso in cui evadere: agli occhi degli adulti spesso fa sorridere. E con sottile ironia anche Manole e Balanescu sono riusciti a strappare qualche risata amara al loro pubblico.

 

FIRENZE – Teatro Cantiere Florida, 16 maggio 2014

Mariagiovanna Grifi 

 

DIARIO DI UN PAZZO – Autore: Nikolaj Vasil’evic Gogol; regia, adattamento del testo, disegno luci: Felix Alexa; Interpreti: Marius Manole, Alexander Balanescu; scenografia e costumi: Diana Ruxandra Ion; musica: Alexander Balanescu; produzione: ArCuB Bucarest.

Foto: Maria Stefanescu.

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