“Othello”, quando la tragedia vuole travestirsi da commedia

OTHELLONon è di certo un compito facile quello di prendere un’opera immortale di un altrettanto indimenticabile drammaturgo e volerla in qualche modo convertire, eppure è questo l’arduo compito che la compagnia degli Incompiuti, capitanata da Andrea Cioffi, ha voluto portare in scena in occasione della rassegna “Tutto il mondo è palcoscenico” organizzata dal giornalista Gianmarco Cesario per festeggiare i 450 anni di Shakespeare. L’opera prescelta per questo particolare restyling è stata Otello, che regala il quasi omonimo titolo, “Othello”, al lavoro presentato alla manifestazione: sulla carta una sorta di commedia all’italiana fatta di intrighi e amori più o meno corrisposti, ma intraprendere un cammino così difficile, con una vera tragedia sotto mano, è effettivamente risultata fin troppo ardua come sfida. La scommessa era probabilmente quella di voler vedere lo status di commedia dell’arte in quello che invece è uno dei simboli della tragedia inglese del 1600, riuscendo a strappare qualche risata in alcuni momenti presentati in modo palesemente comico, ma piombando poi inevitabilmente nello spirito tradizionale dell’opera originale, senza poter osare molto con le reinterpretazioni. Tutti molto giovani gli attori in scena tra cui spicca sicuramente la figura dello stesso Cioffi nei panni del subdolo Iago, servo dell’Othello del titolo interpretato da Papi Tourè, per la prima volta sulla scena, mostrando fatalmente non poche incertezze. Curata ed interessante la regia, che riesce a coniugare bene i passaggi di scena e accarezza bene la fluidità della storia, ma “Othello” resta comunque un lavoro riuscito a metà, con un’ottima idea di fondo che poteva però essere sviluppata meglio.

Gaetano Cutri

Napoli – Nuovo Teatro Sancarluccio 24 maggio 2014

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