Balducci con Fake, diretto da Lamberti, svela tic e rituali degli attori (e non solo) nella società delle apparenze.

Reduce dai successi di Allegro, non troppo, stand up comedy con elementi tragicomici e grotteschi, dissacranti e divertenti sui vizi e le virtù delle comunità gay contemporanea, torna in scena Lorenzo Balducci, attore amatissimo anche sui social media per le sue parodie surreali, con Fake, un nuovo spettacolo diretto con precisione ed esperienza, come il precedente, da Mariano Lamberti con testi sapientemente scritti ancora dallo stesso Lamberti insieme a Riccardo Pechini.

Anche questo progetto propone una stand up comedy dissacrante e ulcerosa, stavolta dedicata alla vita degli attori e al mondo delle apparenze, all’ossessione dei social media e al rischio di restare invischiati in dinamiche relazionali contraffatte e improbabili, in un’esistenza Fake – falsa appunto – priva di empatia, consapevolezza e senso critico.

Balducci, in maniera ora scanzonata ora pungente, passa in rassegna tic e rituali dei protagonisti del mondo dello spettacolo, eletto ad archetipo della realtà ingannevole e insincera in cui siamo coinvolti tutti, mettendo a nudo miserie e meschinità di arrivisti ambiziosi e talora scorretti, profili umani subdoli e privi di dignità, con una vena satirica non priva di una certa pietas, cioè con una cifra di compassione più che di spietatezza, finalizzata a riconoscere in qualche modo la fragilità e la debolezza dell’animo umano, secondo la massima terenziana espressa nella commedia latina Heautontimorumenos (Il punitore di se stesso): Homo sum, humani nihil a me alienum puto.

In questa prospettiva, Balducci, nella seconda parte dello spettacolo, racconta anche vicende intime e personali, sia dell’uomo che dell’attore, mettendo a nudo una parte della sua vita familiare e professionale, non scevra di dolorose contraddizioni, con grande coraggio e onestà, in maniera analitica e priva di preconcetti,  penetrando con misura e lucidità luci ed ombre del suo stesso percorso umano e artistico, rivelando una generosità e una delicatezza che, condita dall’immancabile sferzante autoironia, ci restituisce il profilo di chi, in maniera saggia e intelligente, riconosce in sé la stessa natura umana che riconosce nell’altro.

Lo spettacolo – in cui Balducci ripropone in video e dal vivo anche alcuni suoi personaggi divertentissimi diventati già dei “classici” sui social media – ha anche il grande pregio di spingere il pubblico alla riflessione suggerendo un approccio più genuino e autentico alla vita, più attento alle vere priorità dell’esistenza che alle persistenti urgenze, spesso angosciose e fasulle, avvertite da chi frequenta più l’universo digitale e virtuale che quello reale, quest’ultimo fatto di gioie e di miserie, impastato d’umane contraddizioni, comunque imprescindibili per l’opportuna crescita e maturazione di un essere umano empatico e pensante.

Teatro Sannazaro di Napoli, replica del 28.01.2023

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