“We Women”: tra donne ci s’intende

Sol Picó, Julie Dossavi, Minako Seki e Shantala Shivalingappa inaugurano Fabbrica Europa 2016.

Sono le donne ad aprire la XXIII edizione di Fabbrica Europa. Le coreografe e ballerine Sol Picó, Julie Dossavi, Minako Seki e Shantala Shivalingappa s’incontrano con tre musiciste: Adele Madau, Lina León e Marta Robles. Lo spazio scenico della stazione Leopolda diventa una rustica casa comune.

Immaginiamo il soggetto di una storia fantascientifica. Sette donne perdono la memoria e si ritrovano nel bel mezzo del deserto; non sanno chi sono, da dove vengono, come hanno fatto ad arrivare lì. Cercano di comunicare, ma non ci riescono, non si capiscono: parlano lingue diverse. L’unica cosa che è rimasta loro è l’appartenenza a una terra ben precisa, Spagna, Francia, Giappone, India, Italia. Sono tutte diverse, nel colore, nella corporatura, nel modo di fare, ma hanno una cosa in comune: essere donne. È proprio sull’essere donna che le coreografe giocano e ironizzano, ma lo fanno confrontandosi, portando in scena ciò che ognuna ha vissuto e studiato nell’ambito puramente artistico. La performance è apprezzabile perché diverte, intrattiene senza permettere alla noia di affacciarsi anche soltanto per un momento ma, nello stesso tempo, propone di riflettere su quello che è davvero la donna: l’indefinibile. Ciascuna donna ha in comune il genere sessuale, ma ogni carattere femminile è così complicato da proporre sfumature sempre diverse rispetto agli altri. Le donne si capiscono con uno sguardo, non perché sono uguali, ma perché sono profonde. Le donne troppo spesso si odiano tra loro, si invidiano ma, in fondo, sono capaci di mettere da parte il rancore, e se appaiono deboli è perché, ancora troppo spesso, scelgono di non essere complici, di non unirsi, al contrario di quello che gli uomini fanno da sempre.

Essere donne è un’enorme potenzialità e “We Women” lo dimostra: l’originalità della scenografia, che sembra davvero un’oasi nel deserto, con la sabbia e una grande tenda; una coreografia ben fatta, collage di stili di danza molto diversi tra loro; una colonna sonora eseguita dal vivo dalle tre musiciste, che con voce, violino elettrico e chitarra sono straordinarie padrone della propria arte; infine, una nuova idea di donna, non bellissima, statuaria e silenziosa, ma attiva, prorompente, forte, che si butta, sbaglia, litiga con le altre, ma costruisce faticosamente un linguaggio comune, una casa comune, un luogo in cui le donne se la cavano da sole e lo fanno bene. Alla fine della performance, le sette donne appaiono sotto un’altra luce, in tutta la loro bellezza non scontata, e sembrano urlare: “Esprimetevi, donne!”. In un mondo che, ancora oggi, non è libero, “We Woman” è un invito alla libertà e all’indipendenza femminile da qualsiasi vincolo. E chissà di cosa sarebbero capaci, le donne, con questa assoluta libertà di usare il proprio cervello e il proprio cuore.

Firenze – STAZIONE LEOPOLDA, 5 maggio 2016.

Benedetta Colasanti

WE WOMEN – Direzione: Sol Picó; drammaturgia: Roberto Fratini; creato e interpretato da: Sol Picó, Julie Dossavi, Minako Seki, Shantala Shivalingappa; musiche composte e interpretate dal vivo da: Adele Madau, Lina León, Marta Robles; disegno luci: Sylvia Kuchinow; suono: Stéphane Carteaux; produzione: Pia Mazuela, Núria Anguiló Sol; video: Mayo Films; collaborazione alla produzione: L’animal a l’esquena, Festival Sismògraf, Teatre Atrium de Viladecans; coprodotto da: Grec 2015 Festival de Barcelona, Festivan Internacional de Buenos Aires e Cia. Sol Picó; con la collaborazione di: Institut Ramon Llull.

 

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