L’amore per il cinema

Oggi scambiamo quattro chiacchiere con il noto attore Valentino Campitelli. Oltre ad essere uno degli artisti più carismatici della sua generazione è anche una persona cordiale e molto disponibile.

Buonasera Valentino, come mai hai scelto di fare l’attore?

Buonasera a tutti. La mia non è stata proprio una scelta. Mia madre iscrisse mio fratello ad un’agenzia che rappresentava attori. Lui è completamente diverso da me. Era bellissimo: aveva questi capelli biondi a caschetto che ricordavano Nino D’Angelo, ma non era molto predisposto alla telecamera. Un giorno mi imbucai ad un suo provino a Tor Tre Teste a Roma. Non me lo scorderò mai: l’orario di convocazione era dalle 17 alle 19. Noi, che abitiamo ad Anguillara, arrivammo oltre le 20 perché non trovavamo il posto. La produzione stava mangiando una pizza e aveva smontato tutto.

Alla fine della fiera ci fecero comunque fare il provino e scelsero me. Mi presero per una miniserie che andava in onda su CANALE 5, I colori della vita, con la regia di Stefano Reali e con Gabriel Garko, Nancy Brilli, Alessandra Martinez. In realtà, però, ho scelto la carriera da attore, in maniera consapevole, dopo aver fatto quattro, cinque film, che mi hanno indirizzato verso questo mestiere. Ricordo in particolare l’esperienza fatta sul set di Cosmonauta e Non essere cattivo. Da quel momento ho avuto la consapevolezza di essere un attore.

Sei giovanissimo eppure è da tanto tempo che reciti. Com’è cambiato il tuo modo di rapportarti ad un set?

All’inizio ero un burlone, sempre pronto a scherzare sul set. In me è avvenuta una trasformazione, una maturazione a cavallo tra la prima e la seconda stagione della serie – Caccia al Re – La Narcotici. Il regista del progetto Michele Soavi, grande professionista e persona squisita, mi prese in disparte e mi fece un discorso che mi aiutò molto. Capii cosa volesse dire essere un professionista! Ho fatto un notevole lavoro sull’attore e lì è avvenuto il cambiamento di Valentino. In Suburra la serie o in Non essere cattivo affronto dei ruoli totalmente lontani dal mio modo di essere.

Come è nata la tua amicizia con Alessandro Borghi.

Devo dirti che nel settore dello spettacolo conosco molte persone, ma sono poche quelle che posso chiamare veramente amici. Sandrino, come mi piace chiamarlo, è una di quelle. Lo conobbi sul set de La Narcotici, dove interpretava il ruolo di Carlo, uno dei personaggi cattivi. Successivamente lo aggiunsi su Facebook e iniziammo a chiacchierare. Poi un giorno Alessandro è venuto sul set, anche se non doveva girare, e siamo andati a mangiare insieme. L’inizio di una bella amicizia. Sono stato uno dei primi a dirgli che avrebbe avuto una carriera formidabile e il tempo mi ha dato ragione.

Cosa hai appreso da Gedeon Burkhard?

Gedeon veniva dal successo avuto prima con il commissario Rex e successivamente con il film Bastardi senza gloria di Tarantino. All’inizio stava in disparte, perché è un tipo riservato, aveva un altro modo di vivere il set. Noi recitavamo in italiano e lui ci dava le battute in inglese. Poi con il passare del tempo si è sciolto. Una cosa carina è che per rivolgersi a me mi chiamava Totti!

Come è stato lavora con il maestro Caligari?

Una curiosità relativa al provino che feci per Non essere cattivo è che la prima persona che incontrai fu proprio Alessandro Borghi. Quando iniziammo a girare purtroppo il maestro Caligari già stava molto male, infatti non riuscì a vedere il film. Per la realizzazione della pellicola ci diede una grandissima mano Valerio Mastandrea. In quel periodo mi stavo facendo crescere la barba e non appena mi vide il maestro me la fece tagliare immediatamente. La cosa mi spiazzò!

Ho saputo che sei anche un dj. La tua passione per la musica come è nata?

Mi è sempre piaciuta la musica dance e a 15 anni frequentavo alcune discoteche della capitale, tra cui il Diabolika. Ho iniziando rubando con gli occhi, guardando i dj che mettevano i dischi. Ora è diventato a tutti gli effetti un secondo lavoro.

Prossimi lavori.

Guarda per fortuna in questo momento il mondo dello spettacolo sta ripartendo in maniera graduale e sto facendo diversi provini, ma per scaramanzia preferisco non sbottonarmi troppo. Colgo l’occasione per ringraziare la mia agenzia, la Planetfilm, per grande supporto. Avremo a breve grosse novità.

Una curiosità sul mondo del cinema.

Ho un aneddoto carino da raccontare ai lettori di Corriere Spettacolo. Quando mi presentai a fare il provino per Matrimonio alle Bahamas mi squillò il cellulare. Boldi invece di arrabbiarsi mi disse di rispondere: lì improvvisai una telefonata anche dopo aver riagganciato. Mi presero subito, senza neanche fare il provino! Dovevo solo  fare il passaporto!

Valerio Molinaro

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