Tra teatro e performance art, Cinzia Cordella in Matrioska attraversa l’esperienza della crisi per dare senso all’esistenza.

Il pubblico di Matrioska, intensa e suggestiva performance teatrale di e con Cinzia Cordella, con la partecipazione di Gabriele Guerra, viene accolto nel prestigioso salone dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli, a Palazzo Serra di Cassano, sulle celeberrime note di Ma che freddo fa, il brano evergreen di Nada che racconta il sentimento di delusione e avvilimento che accompagna l’irruzione di una crisi, probabilmente amorosa, nella vita di una giovane donna. Proprio la crisi, cioè il violento sopraggiungere nell’esistenza di un individuo di uno stato emotivo di profondo sconvolgimento e di grave frustrazione, è il punto di partenza di questa performance che si propone di attraversare, in maniera evocativa, questo doloroso stato d’animo al fine di restituire un significato “salvifico” e “illuminato”, laicamente e spiritualmente attendibile, all’esperienza traumatica dello spiazzamento, dello shock e del turbamento.

Una performance che si presenta in un’intrigante dimensione in fieri, come se fosse ancora in fase di studio e prova, dimensione che amplifica l’intenzione di proporre questo progetto non come esclusivo e consueto lavoro teatrale, organizzato intorno ad un copione fisso e definito, ma come sincero momento di riflessione, esperienza di ricerca condivisa e potenzialmente soggetta a possibili ed eventuali differenti sollecitazioni provenienti dall’esterno, alla stregua di quanto accade negli allestimenti di performance art, cioè le azioni artistiche presentate al pubblico in cui permangono solitamente margini spontanei e non pianificati della performance e, del resto, non è un caso che la protagonista evochi esplicitamente l’opera di Marina Abramovic, rappresentante storica e di fama internazionale della performance art.

Cinzia Cordella, in scena, da un lato esplora le possibilità della mente, le diverse eventuali espressioni dell’anima e l’esperienza terrena come temporanea esperienza della materia, partendo dall’assunto che la materia non è la nostra vera casa, e dall’altro scandaglia i rapporti di relazione tra artista e pubblico, aiutata da Gabriele Guerra nel ruolo di un tecnico audio decisamente sopra le righe, atipico, creativo e disordinato.

Muovendosi tra citazioni e allusioni all’interno di un proprio personale pantheon di riferimento, che annovera tra gli altri William Blake, Gesù ed Einstein, e recuperando la propria dichiarata passione per la fisica quantistica, la Cordella, brava e dotata di grande carisma, percorre sentieri gnostici, filosofici e letterari alla ricerca di varchi che conducano al senso, che riscattino dall’apparente predominio del male e dell’ingiustizia, che consegnino, insomma, all’umanità un’accezione nuova e “divina” del proprio stare al mondo.

 

Istituto Italiano di Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano di Napoli, 08.05.2023

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