“Sonetti per immagini” di Nino Velotti
La poesia diventa suono, e viceversa

 

Si chiama “Sonetti per immagini” l’ultima fatica poetico-letteraria di Nino Velotti, artista multiforme di formazione filosofica. Si sente, e si legge, trapelando da ogni parola, il palpito originario di un poeta inquieto e colto, mai banale eppure tutt’altro che contorto nel suo dispiegarsi lieve tra concetti profondi e osservazioni del quotidiano. C’è la sua terra (bellissima “Piazza d’Armi”, ambientata a Nola), l’osservazione delle stagioni (“La fine di agosto” è un autentico frisson), degli animali, delle persone. Belle anche le immagini a corredo delle poesie (corredo è riduttivo, così come cornice: giusto sarebbe dire complemento), e la cura dell’edizione grafica, particolare mai da trascurare, della milanese La vita felice. Chi ha ascoltato le sue canzoni, con gli Hueco o da solista, ritroverà il Nino Velotti pensoso e – con misura – spiritoso. Ma chi non ha avuto modo di conoscere il musicista, corra a fare ammenda ascoltando “Magnifica ossessione” e “Non invecchiare mai”. Ad ogni modo, anche in queste poesie, ritroverà Suono. Suono purissimo.

Antonio Mocciola

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