“Scannasurice”, Un’antropologica discesa negli inferi partenopei

Una Napoli claustrofobica, quella dei bassifondi, dei Quartieri Spagnoli; una Napoli terremotata, scossa, dilaniata; una Napoli dei femminelli, delle credenze popolari, dalla bella m’briana al monaciello; una Napoli vera, tragica, non edulcorata; una Napoli che trova la sua identità e completezza nel dialetto, in una lingua immediata, verbosa ma intensa, invadente ma allo stesso tempo seducente; questa è la Napoli di “Scannasurice” di Enzo Moscato.

Nel 1982 “Scannasurice” rappresentò l’ufficiale debutto alla drammaturgia di Moscato, il quale interpretò anche il suo testo, andando in scena allo Spazio Libero di Vittorio Lucariello.

“Scannasurice” ritorna sui palcoscenici partenopei dopo più di trent’anni portando la firma registica di Carlo Cerciello, una regia accurata, precisa e decisa, che esalta la scrittura drammaturgica. Una baracca opprimente divisa in tre piani, un tugurio sporco, pieno di oggetti e d’immondizia, un luogo in cui la voce del popolo napoletano è solo una eco lontana, ma presente per la sua forte assenza. Le luci sono perlopiù soffuse, le musiche delicate, contrastano con il racconto e l’atmosfera. Ma la scelta registica più riuscita è l’aver affidato il ruolo del/la protagonista a Imma Villa. L’attrice è irriconoscibile, i capelli avvolti in una retina, il volto completamente truccato o meglio trasfigurato. La protagonista, che sulla scena diviene mastodontica, indossa un boxer e una canottiera maschili, ma all’occorrenza anche delle calze a rete o una pelliccia. Imma Villa si mette completamente in gioco spendendo tutta se stessa, si muove in questo spazio scenico ridotto all’osso, come fosse realmente casa sua, alterna una recitazione unicamente parlata a un’interpretazione inquieta che si appoggia su gesti, movimenti, oggetti; dà voce a più personaggi senza mai perdere un colpo, e utilizzando questa lingua vigorosa racconta, in un ritmo sempre serrato, una tragedia che fortemente ci appartiene. Dopo quest’interpretazione sarà difficile immaginare “Scannasurice” senza Imma Villa, senza la sua versatilità, la sua carnalità ma soprattutto senza la sua passionalità.

 

Mariarosaria Mazzone

 

Teatro Nuovo, 18/02/2016
Scannasurice
di Enzo Moscato
regia Carlo Cerciello
con Imma Villa
scene Roberto Crea

Suono Hubert Westkemper
musiche originali Paolo Coletta
costumi Daniela Ciancio
disegno luci Cesare Accetta

Produzione Elledieffe Teatro Elicantropo

 

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