Sanremo ’14: i promossi e i bocciati

Sanremo-2014

Le pagelle di Antonio Mocciola alle canzoni in gara

 

Arisa

“Lentamente (Il primo che passa)”. Brano raffinatissimo in pieno stile Cristina Donà, coautrice del pezzo. Il bolero viene direttamente da uno degli album più intensi della cantautrice lombarda, ma Arisa infonde di suo una credibilità ormai acclarata ed una delle voci più intonate mai ascoltate al Festival. Voto 7 ½

“Controvento”. Brano più accattivante, ma infinitamente meno interessante del primo, il pezzo è firmato da Giuseppe Anastasi ex-compagno dell’artista lucana, già autore della fortunatissima “La notte”. Passa il turno e forse piacerà, ma non è l’Arisa migliore. Voto 5 ½

 

Frankie Hi-NRG

“Un uomo è vivo”. Il rap torna a Sanremo attraverso uno dei suoi primi interpreti. La canzone non decolla, abusando di cliché musicali che fanno da tappeto ad un testo dignitoso ma poco incisivo. Sarà interessante scoprire la reazione dei cresciutelli fans del cantante piemontese, e soprattutto dei giovani, appassionati di Moreno e compagnia (poco) cantante. Voto 5

“Pedala”. Un reggae furbetto che piacerà alle radio e che ha già convinto il televoto. Il secondo pezzo di Frankie Hi-NRG riesce a coniugare un testo pregnante con una musica di forte impatto. Niente di nuovo sotto il sole, ma potrebbe essere il Festival del suo rilancio. Voto 5 ½

 

Antonella Ruggiero

“Quando balliamo”. La classe indiscutibile dell’interprete genovese non riesce a salvare un brano che non arriva da nessuna parte, restando nelle intenzioni solo un brano d’atmosfera. Destinato a lasciare la scena all’altra canzone, più “sanremese”, ma maggiormente centrata. Voto 5 ½

“Da lontano”. Molto giusto riportare in luce un autore interessante e sottovalutato come Alessandro Orlando Graziano. Il brano non convince pienamente, ma almeno consente alla Ruggiero qualche svolazzo vocale e di rispolverare un minimo di ritmica. Voto 6 

 

Raphael Gualazzi

“Tanto ci sei”. Il tentativo di coniugare jazz, gospel ed elettronica è interessante ma spericolato. Gualazzi aggiusta il tiro dal punto di vista vocale, ma il pezzo è fragile come la sua intonazione. C’è del buono in questo ragazzone di Urbino talentuoso ma dal repertorio ancora inadeguato. Voto 5 ½

“Liberi o no”. Un buon brano di mestiere senza picchi ma dignitoso. Il testo affanna rispetto alla musica ma risulta più commestibile del primo. Voto 6

 

Cristiano De Andrè

“Invisibili”. Ritorno a Sanremo per uno degli artisti più complessi ed incostanti della nostra scena musicale. Testo dignitosissimo ma la canzone non sfonda, malgrado De Andrè abbia dichiarato di preferirlo rispetto all’altro. Voto 6

“Il cielo è vuoto”. Un impeto inusitato per il palco di Sanremo per un pezzo trascinante e sentito che potrebbe imporsi tra le più grandi sorprese della classifica finale. Raramente si è visto un brano di così alta temperatura emotiva. Voto 7

 

Perturbazione

“L’unica”. Sconosciuti al grande pubblico, i Perturbazione portano sul palco di Sanremo una ventata di freschezza e di simpatia. La canzone è innocua come poche ed anche mal cantata, attingendo un po’ ai Bluvertigo e un po’ all’ultimo Jovanotti, ma è comunque ignitosa. Voto 6

“L’Italia vista dal bar”. Canzone gradevole, con una bella ritmica e ottimamente arrangiata. Il testo cerca di distinguersi dalla melassa generale, mancando però del graffio in più per farsi ricordare. Voto 6

 

Giusy Ferreri

“L’amore possiede il bene”. Giusy Ferreri torna al Festival con due pezzi dal forte impatto, ma profondamente diversi. Comune è la firma, quel Roberto Casalino che tanto ha contribuito ai successi di tante ugole femminili tra cui la stessa Giusy. Il pezzo fila benissimo ed è uno dei pochi pezzi dal preciso gusto pop di questo Festival. Voto 7

“Ti porto a cena con me”. Intensità distillata con un’interpretazione coinvolgente ed emozionante. Il pezzo chiude con un’impennata inattesa una serata fiacca soprattutto dal punto di vista emotivo. Molto probabile il podio. Voto 7 ½ 

 

 

Francesco Renga

“A un isolato da te“: L’artista bresciano torna sul palco che lo consacrò con “Angelo”, e propone un paio di brani come sempre ben cantati. Questo ha la firma del prezzemolino Roberto Casalino, che conferma una penna ispirata e convincente, più per le donne che per gli uomini, però. Come conferma questa canzone, dignitosa e basta. Voto 6

 

“Vivendo adesso”: Il brano di Elisa ha un andamento pulsante e crescente, che sarà apprezzato dalle radio come lo è stato dal televoto. Elegante e un filo dispersiva, la canzone arriva. In tempi di magra, è già tanto. Voto 6,5

 

 

Giuliano Palma


“Così lontano”: Sanremo non sembrerebbe l’habitat ideale per Giuliano Palma. E invece in questo brano dal sapore vintage (in cui spicca la firma di Nina Zilli, e si sente) l’artista milanese centra il bersaglio, sposando ritmo e citazionismo raffinato. Voto 7.

“Un bacio crudele”: nettamente inferiore al precedente, il brano di Palma non convince le giurie casalinghe, a giusta ragione. Pur non mancando di divertenti idee nell’arrangiamento, tutto sa di già sentito. Voto 5,5.

 

Noemi


“Un uomo è un albero”: Noemi torna a Sanremo e punta forte sul rischio, almeno in questo brano brillante nell’arrangiamento, meno nell’interpretazione e comunque fuori dai docili binari della kermesse. Cori world, elettronica, bel vestito, poca sostanza. Voto 5,5.

“Bagnati dal sole”: Il secondo brano della rossa cantante romana, qui anche autrice, rischia pochissimo e difatti piace di più. Il pezzo ha qualche ideuzza nelle strofe, ma la banalità dell’inciso è imperdonabile. Voto 5.

 

Renzo Rubino

“Ora”: Il ragazzone di Martina Franca va tenuto d’occhio. Talento e coraggio non gli mancano, e qualche imprecisione vocale è perdonabilissima. “Ora” ha ritmo e sostanza, fa centro al televoto e conferma una belle personalità, per nulla intrusa tra i big di questa edizione. Voto 7,5.

“Per sempre e poi basta”: Una sinfonia trascinante, un testo stralunato e poetico. Non basta per passare il turno, ma questo brano sarà, se ben supportato da chi di dovere, un piccolo grande classico. Anche come compositore, Rubino promette benissimo. Voto 8.

 

Ron

“Un abbraccio unico”: Classico che più classico non si può. Il cantautore pavese si tiene stabile nel suo solco con un brano che piacerà al suo zoccolo duro, e che aggiungerà poco e niente a tutti gli altri. Il televoto, non a casa, preferisce un Ron più ritmico. Voto 6.

“Sing in the rain”: Un brano che sembra scritto apposta per smentire il luogo comune del Ron delle ballad e stop. Ritmo e allegria, per un brano dalla buona confezione. Voto 6,5.

 

Riccardo Sinigallia

“Prima di andare via”: Giusto che il grande pubblico sappia chi era, assieme a Zampaglione, l’anima dei Tiromancino che furono. Il cantautore romano, 44 anni, ha simpatia e mestiere. Il primo brano non sfonda, ma ribadisce uno stile. Voto 6.

“Una rigenerazione”: Interessante proposta, ottimamente suonata e dal finale coinvolgente. Affiora Battisti, fa capolino qualche “deja vu”, ma tutto con misura ed una certa eleganza. Voto 7.

 

Francesco Sarcina

“Nel tuo sorriso”: Francesco Sarcina tenta, con coraggio, la carriera solista dopo i successi con le Vibrazioni. La voce è tra le più belle della musica italiana, i brani non sempre gli rendono giustizia. E questo conferma la regola. Voto 5,5.

“In questa città”: Il cantautore milanese non ne aveva fatto mistero. “In questa città” era il brano più debole. Decisamente vero. Voto 5.

 

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