L’opera di Shakespeare nell’avvincente musical di Giuliano Peparini su musiche e libretto di Gérard Presgurvic al Nelson Mandela Forum di Firenze.
Spesso viene da chiedersi: perché i personaggi di “Romeo e Giulietta” fanno quelle scelte? Perché non riescono a evitare il triste epilogo? Una risposta che in qualche modo l’opera prodotta da David Zard sembra voler dare. Un’opera completa in cui musica, canto e ballo lasciano ampio spazio anche alla recitazione: in questo musical, infatti, il lavoro sugli attori non viene affatto messo in secondo piano e l’ottimo cast riesce ad ottenere un risultato di successo.
“Romeo e Gulietta. Ama e cambia il mondo”, andato in scena al Nelson Mandela Forum di Firenze per la regia di Giuliano Peparini (in prima assoluta all’Arena di Verona il 2 ottobre 2013), propone un’accurata analisi introspettiva dei protagonisti del capolavoro shakespeariano in una versione davvero affascinante e originale: mentre la prosa conserva i versi della tragedia, le canzoni mostrano il “lato oscuro” dei personaggi. Merito dell’autore delle musiche e del libretto Gérard Presgurvic (i testi della versione italiana sono di Vincenzo Incenzo), il quale con una grande sensibilità ha portato alla luce i tormenti e i vissuti psicologici che si celano dietro le scelte di ogni personaggio.
“Romeo e Giulietta” in fondo è una storia semplice, in cui ogni evento è la conseguenza di un’azione dei protagonisti che decidono con determinazione la strada da percorrere. È il caso dei due amanti che scelgono di sposarsi in segreto contro tutto e tutti, o di Tebaldo e Mercuzio, vittime delle loro passioni selvagge e deliranti, o del Conte Capuleti che non ha alcun dubbio nel fissare velocemente le nozze della figlia. Anche la balia, dopo essere stata complice di Giulietta, alla fine sceglie di contrastare il suo amore (a fin di bene, certo) costringendola ad affrontare da sola il suo triste destino. Una scelta dopo l’altra conduce la storia al tragico finale e ogni volta, nel seguire gli eventi, si vorrebbe quasi che almeno uno dei protagonisti prendesse una decisione diversa, cambiando così l’intero corso della storia.
Nel musical di Presgurvic-Peparini si percepisce il desiderio di suggerire una chiave di lettura, un senso a questa tragedia che da secoli lascia sgomenti. Un perché. O meglio: tanti perché. E’ la funzione del cantato, con musiche travolgenti e toccanti, in cui viene operata anche la valorizzazione di alcuni personaggi che nel testo originale hanno un ruolo minore.
Tra loro soprattutto Lady Capuleti e Tebaldo. Magnifica la vocalità rotonda di Barbara Cola che interpreta la madre di Giulietta e si erge a protagonista della scena: in passato si è rassegnata ad un matrimonio combinato ed è rimasta schiava della lussuria (nella canzone “Il giorno del sì”); viene suggerito, tra i tanti tradimenti, anche un presunto incesto con il nipote Tebaldo, la cui morte viene accolta dal suo urlo straziante. Degno di nota il duetto con l’intensa Roberta Faccani (Lady Montecchi, che riesce a dare maggiore profondità alla sua voce creando un bel contrasto con quella della Cola) in “L’odio”, in cui le due donne rivelano il «mostro» che consuma le loro anime e non permette la pace in Veron; non è da meno quello con Vittorio Matteucci (in balìa di sentimenti contrastanti nel suo complesso rapporto con la figlia e con la moglie) in “Vedrai”, dove i genitori comunicano a Giulietta la decisione perentoria di darla in sposa a Paride.
Altro personaggio che assume grande spessore, grazie anche alla forza interpretativa dell’attore e cantante Gianluca Merolli, è Tebaldo: nei suoi strazianti pezzi cantati (“Non ho colpa”, “Oggi o mai”, “Chi sono io”) rivela la sua anima corrotta, il «lupo» che si nasconde dentro di lui; racconta di un’infanzia trascorsa in solitudine, educato solo al disprezzo finché il bisogno di uccidere è diventato solo un modo per affermare la sua identità («per dire sono qui»). Se leggendo Shakespeare si pensa a questo personaggio come crudele e prepotente, in questa versione si recuperano per lui anche sentimenti di pena e compassione.
Culmine della presenza di Merolli in scena è il suo scontro con Luca Giacomelli Ferrarini (un Mercuzio che si porta dietro un bel gruppo di fan scalmanate): i due si provocano a vicenda e nel duello danno sfogo a tutta la loro furia, alla loro rabbia repressa. Anche Mercuzio, infatti (ed è quello che lo rende uno dei personaggi più affascinanti a cui Shakespeare abbia dato voce), vive un tormento interiore che non lo lascia dormire in pace. I suoi incubi prendono forma nei deliri a cui si abbandona con i suoi compagni: strepitoso Giacomelli nel monologo della Regina Mab e in “La follia” in cui alterna il cantato al recitato; l’attore-cantante (già protagonista di diversi musical italiani) riesce a mostrare un’estensione vocale straordinaria, una mimica facciale e una gestualità corporea ricche di espressività e sensualità. Interessante anche l’ambiguità sessuale che viene attribuita al personaggio, che si evince già nelle sue movenze e che trova riscontro nel bacio appassionato che da’ a Romeo poco prima di morire. Mercuzio viene introdotto dalla canzone “I re del mondo” (resa coinvolgente anche dalla coreografia dei ballerini), un vero e proprio inno alla vita ed esaltazione dell’ “etica da banda” che accomuna i giovani di Verona («noi viviamo per godere, non abbiamo una morale»).
Appassionati e teneri i due innamorati Giulia Luzi (Giulietta – nota per la parte di Jolanda ne “I Cesaroni” e come doppiatrice di alcuni film della Disney) e Davide Merlini (Romeo – terzo finalista di X Factor), le cui voci inebriano la scena di dolcezza come nei duetti “Quando”, in cui entrambi sognano l’amore che impazientemente attendono, e nella magica scena del balcone in cui si alternano i versi in prosa al canto. Una rivisitazione viene fatta anche del personaggio della balia, la quale perde parte della sua ironia nelle sue riflessioni malinconiche, ma conserva l’energia grazie alla vigorosa interpretazione di Silvia Querci. Studiati con cura anche Benvolio (Riccardo Maccaferri, ruolo trainante – anche canoro – nella banda insieme a Romeo e Mercuzio), il Principe (Leonardo di Minno, bellissima la canzone sul potere) e Frate Lorenzo (Giò Tortorelli, commovente la crisi religiosa che lo coglie quando gli eventi precipitano).
Sobri ed eleganti i costumi di Frédéric Olivier, simbolicamente divisi tra il rosso (Capuleti) e il blu (Montecchi), di cui i personaggi si liberano solo alla fine, quando la morte ha interrotto la lotta tra le famiglie (ad eccezione del Principe e della sua corte che vestono abiti nero-gialli). Ottimo il corpo di ballo diretto da Veronica Peparini che accompagna l’eccellente cast per tutta la messinscena e si distribuisce sui diversi piani del palcoscenico (pedane, scale e torri – scenografia di Barbara Mapelli), mentre sullo sfondo si susseguono gli ambienti in videoproiezione (d’effetto ad apertura spettacolo la veduta panoramica di Verona). Uno spettacolo indovinato, quindi, quello di Peparini e Presgurvic, che appassiona il pubblico e incuriosisce anche i maggiori esperti di Shakespeare, dimostrando ancora una volta le mille sfumature dei testi di questo autore di cui, dopo secoli, si può ancora parlare come se fosse una novità.
FIRENZE – Nelson Mandela Forum, 17 maggio 2014
Mariagiovanna Grifi
ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMBIA IL MONDO – Produzione: David Zard; autore: dall’opera di William Shakespeare; musiche e libretto: Gérard Presgurvic; testi della versione italiana: Vincenzo Incenzo; regia: Giuliano Peparini; coreografie: Veronica Peparini; scenografia: Barbara Mapelli; Costumi: Frédéric Olivier; Casting Director e Vocal Coach: Paola Neri; Produzione esecutiva tecnica: a cura di Giancarlo Campora.
Interpreti: Davide Merlini (Romeo), Giulia Luzi (Giulietta), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Vittorio Matteucci (Conte Capuleti), Silvia Querci (la Nutrice), Gianluca Merolli (Tebaldo), Leonardo di Minno (il Principe), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Barbara Cola (Lady Capuleti), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Giò Tortorelli (Frate Lorenzo).