Quella Colica di Claudio

Oggi ho avuto il piacere di intervistare Claudio Colica, attore e artista che con i suoi video fa letteralmente impazzire il web. Webstar e webcreator, montatore e scrittore, Claudio ha da sempre sottolineato in ogni sua creazione un solo credo: ironizzare su tutto, senza mai prendersi troppo sul serio, anche su sé stesso all’occorrenza.

Buongiorno Claudio ci racconti il tuo percorso artistico?

Buongiorno! Il mio percorso con il mondo dell’audiovisivo inizia tra i banchi del liceo, quando, per gioco, riprendevo e fotografavo i momenti passati con amici e ragazze e li rimontavo con musiche, frasi e grafiche varie. Da lì mi sono appassionato al mondo del montaggio e, un po’ da autodidatta, un po’ dopo aver frequentato un corso alla Romeur Academy, sono diventato montatore. Con il passare del tempo mi sono reso conto che montare video che non avevo scritto e girato io non mi piaceva e mi annoiava, quindi ho aperto il mio primo canale YouTube: StoneFace.

Da quel momento il mio rapporto con il web non è più terminato. Ho aperto e chiuso altri canali tra cui Vegan Chronicles, Just for Like, Minimad e Le Coliche. Da qualche anno, grazie alla collaborazione con i brand e agli introiti pubblicitari di YouTube e Facebook, sono riuscito a fare di questa mia passione una professione che mi ha fatto abbandonare il precario lavoro da speedy pizza e mi ha permesso di pagare un affitto e comprarmi il pane da mettere sotto i denti! Insomma, di essere indipendente.

Ti ricordi il primo video che hai visto su YouTube?

Forse era un video dei Nirkiop. Ricordo che Nicola Conversa, che conosco da molto prima dell’avvento di YouTube, mi mandò il link del suo primo video per chiedermi un parere. Non sono sicuro che quello fosse il primo video che io abbia visto su YouTube, ma sicuramente da quel link ho scoperto che c’era un universo alla portata di tutti e che chiunque dotato di un minimo di fantasia poteva raccontare piccole storie e farle vedere al mondo.

Nel tuo raccontarti c’è sempre una spiccata componente autoironica, come abbiamo potuto assistere nella serie Vegan Chronicles, o quando affronti il tema della sindrome di Tourette. L’ironia per te è un mezzo per far arrivare meglio il messaggio?

Credo che l’ironia, e soprattutto l’autoironia, sia un modo per esorcizzare problemi e imbarazzi. Nel caso di Vegan Chronicles c’era anche un grosso messaggio: volevamo urlare al mondo che i vegani non sono solo quei fenomeni da baraccone che gridano insulti nei salotti televisivi, ma molto spesso si tratta di una maggioranza silenziosa di persone normalissime che hanno fatto una scelta di vita, ma che hanno gli stessi desideri, le stesse passioni e le stesse paure di qualunque altro essere umano.

Che ricordi hai di Mai Dire Talk?

La cosa più folle, che ancora oggi mi lascia allibito, è che la Gialappa’s è una nostra fan. Io e Fabrizio siamo cresciuti con Mai Dire Gol. Io ho letteralmente consumato la VHS di Tutti gli Uomini del Deficiente. Per me la Gialappa’s e tutto il cast dei vari “Mai Dire” rappresentavano un Olimpo di Mostri Sacri della televisione, dei miti irraggiungibili. Vederli, sentire i loro complimenti, dare un volto a quelle voci irriverenti, è stato un sogno ad occhi aperti a cui ho avuto l’onore di assistere e partecipare attivamente.

Come è cambiato il web da quando hai iniziato?

Il web è in continuo cambiamento! Mentre sto rispondendo a queste domande è in un modo, quando uscirà l’intervista ci sarà stata sicuramente qualche modifica. All’inizio era tutto un po’ più spensierato, non c’era la corsa alla viralità, alle visualizzazioni, alle condivisioni. Il web, all’epoca rappresentato solo da YouTube, era un mezzo di intrattenimento come poteva esserlo la TV. Ci si metteva comodi davanti al pc e si cercava un video. Ora l’offerta è talmente alta, e il tempo a disposizione talmente poco, che si è arrivati a fare video sempre più brevi e sempre più spesso. Non ci si riposa mai, ogni settimana deve uscire un video, ogni giorno si devono fare quattro o cinque stories, bisogna tenere la community attiva, aggiornata e interessata. Chi si ferma è perduto!

Se dovessi fare un crossover tra Le Coliche e Minimad che video ne uscirebbe?

Il Crossover è già uscito, si chiama Chef Battle. Abbiamo messo insieme la parte musicale de Le Coliche e la parodia di Borghese di Minimad e quello che ne è uscito fuori è una Battle Arena rap tra i maggiori chef televisivi italiani: Borghese vs Cannavacciuolo vs Locatelli vs Bastianich. Sul finale (spoiler), a sorpresa, la Regina della cucina italiana, Benedetta Rossi, irrompe sulla scena con un bel piattone casereccio di pasta, che mette d’accordo tutti!

Nel 2018 hai sfiorato la partecipazione a Pechino Express e sei stato costretto ad abbandonare il programma a causa di un infortunio. Quest’anno ti piacerebbe riprovare?

Ogni anno spero segretamente che mi chiamino per riprovarci. È stata una grande delusione, forse tra le più grandi della mia vita. Prima di iniziare il programma, partecipare a Pechino Express era quanto di più lontano desiderassi. Ma una volta capito il gioco, l’entusiasmo ha preso il sopravvento e non vedevo l’ora di attraversare l’Africa con mio fratello in quell’assurda “caccia al tesoro”. Purtroppo il destino aveva altri piani e si è preso gioco di me; ma voglio pensare che ci sia una motivazione dietro quell’enorme sfiga!

In televisione cosa non fa ridere?

Secondo me non esiste qualcosa che non faccia ridere. Il concetto è talmente vasto, e racchiude talmente tante categorie, che non si può assolutamente schematizzare. Io stesso ogni tanto rivedo i miei vecchi video trovandoli poco divertenti e magari gli stessi video fanno sbellicare molte persone. Il far ridere è un concetto totalmente soggettivo.

È uscito da poco in libreria Come il mal di pancia. La storia vera di due fratelli per sbaglio, il libro scritto insieme a tuo fratello Fabrizio. Come è nato questo progetto?

Da quando esistono Le Coliche (Claudio Colica, Fabrizio Colica e Giacomo Spaconi n.d.r.) ci piace pensare a come sarebbero i nostri contenuti su altri media: al teatro, al cinema, in tv, sulla carta. Il libro è stato uno di questi esperimenti. I nostri video nascono in primis da avvenimenti personali che ci accadono nel quotidiano. Nel libro abbiamo fatto la stessa cosa: abbiamo selezionato gli eventi più importanti, strani e bizzarri della nostra vita e li abbiamo raccontati. Io e Fabrizio siamo sempre stati opposti in tutto, per questo motivo abbiamo deciso di scrivere due libri in uno: parliamo dei grandi temi della vita come l’amore, il lavoro, l’amicizia, la famiglia, la scuola e le vacanze e lo facciamo da due punti di vista diametralmente opposti: quello scanzonato e caciarone è il mio, mentre quello più romantico e profondo appartiene a Fabrizio.

“Come il mal di pancia” è il libro d’esordio de Le Coliche.

Spesso gli artisti del web che approdano al cinema non ottengono ottimi risultati. Ti sentiresti pronto per un film?

Proprio ora sto girando il mio primo film: mi hanno scelto per una commedia in cui recito con tanti attori bravissimi. Se invece la domanda era rivolta a un film relativo ai miei progetti web, non credo sia ancora il momento adatto per un film de Le Coliche o di Minimad. Totalizzare milioni di visualizzazioni su video di pochi minuti, fruibili comodamente dal divano, o dalla tazza del gabinetto, è ben diverso dal portare la gente ad uscire di casa, pagare un biglietto e sorbirsi due ore di film. Ci vedrei bene prima una serie su una delle svariate piattaforme streaming, che è una realtà più simile a quello che già facciamo.

 

Preferisco leggere o vedere un film piuttosto che vivere…nella vita non c’è una trama.

Groucho Marx

 

Valerio Molinaro

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