“Napule mia 2.0”, i mille colori di una città

Si può dedicare una serata alla musica e al teatro napoletano senza scadere nella retorica o nel vuoto sciovinismo? Si, si può, se l’operazione è affidata alla sensibilità e all’estro di Bruno Troisi, che in “Napule mia 2.0”, andato in scena al Teatro Bolivar, mette su una compagnia elegante e briosa, che spazia dal classico al contemporaneo con qualche spruzzata (non indispensabile, forse) di cabaret. Esilissima la trama che lega le performance, ma non importa: quel che conta è l’alto livello qualitativo degli interpreti, tra cui spicca senza dubbio Pina Canestrelli, cantante misurata e coinvolgente. La band strappa ripetuti applausi: guidata al piano dallo stesso Troisi, ecco Luigi Moschetti al basso, Gino Malvone al sax, Michele Santoro alla chitarra e Peppe Barba alla batteria: davvero ottimi. A corredare il tutto, le tammorre di Mauro Merlino e il corpo di ballo del centro Etolie capitanato con puntualità da Alessia Canestrelli (anche buonissima interprete) e dal dinamico Donato Marra. I momenti lievi sono affidati al bravo Felice Luongo e al simpatico Alessandro Mauro, mentre notevole risulta il rap del giovanissimo Luigi Mauro, nome su cui puntare per il futuro. Strappa applausi anche la presenza scenica di Daniela Cirillo. Una serata riuscita, condotta con garbo e con diverse impennate emotive, soprattutto in “Reginella” e nei momenti musicali della band. E’ questa la Napoli che ci piace.
Napoli, 4-10-2015
Alessio Russo

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