“Labirynt” :è quanto viene in mente al visitatore di mezza età che si reca alla mostra di palazzo reale dedicata a Renzo Arbore, non per la mostra in sé ma per il semplice raggiungimento dell’entrata, cioè la sala Dorica. Un percorso che si snoda tra i corridoi dell’esterno di palazzo reale, privo di un utile segnaletica per non perdersi. Detto questo veniamo alla mostra in sé :un variopinto arcobaleno che abbraccia 50 anni e più di carriera attraverso esposizioni di oggetti in plastica(ha la più grande collezione del mondo) ed in bschelite, antesignano della plastica stessa. Ma è nel vedere il suo “corredo artistico”, cioè cravatte, cappelli e gilet, che la vera anima di Arbore si palesa :una grande ma apparente leggerezza dell’essere, traboccante allegria ed umorismo intelligente e dissacrante ma con eleganza. Punteggiata quà e là da totem che rappresentano l’albero della vita che al posto delle foglie ha vari monitor che trasmettono (senza sovrapporsi col sonoro) la sua storia televisiva :di va da “l’altra domenica” a “indietro tutta” con l’immancabile costume delle “ragazze coccodé” da considerarsi le antenate delle varie letterine, posto in bella vista fino ad arrivare al mitologico “indietro tutta”. Una grossa fetta è dedicata alla sua musica preferita: jazz e blues che sono raccolti in un padiglione che ricrea una sala di doppiaggio. Ma una delle sue attività (la beneficenza) è sottolineata dalla possibilità di acquistare alcune delle sue cravatte per una somma realmente modica (10 euro) I cui proventi andranno tutti alla “Lega del Filo D’oro“. La mostra termina il 1°maggio.
Gloria Ajello