L’eterna magia della Bohème di Puccini al Regio di Torino 119 anni dopo la prima

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Il Teatro Regio di Torino mette a segno un poker d’assi di assoluto rilievo, offrendo ai torinesi ed ai turisti refrigerio soprattutto morale in uno dei mesi di luglio più torridi di sempre. La Bohème, il Barbiere di Siviglia, Traviata e Norma (“The best of italian Opera”) si succedono e poi si alternano, con quattro cast e quattro direttori diversi, in un serratissimo intreccio di grande impatto, fino al 26, e con prezzi attentissimi alle esigenze dei giovani, il che aggiunge merito alla già notevole iniziativa.
Bohème trovò proprio nella prestigiosa sala torinese il primo approdo, anno di grazia 1896. Non poteva dunque che essere la versione storica, griffata Eugenio Guglielminetti, ad essere rappresentata nel 2015. Diretti dall’enfant prodige Andrea Battistoni, a far rivivere una delle più celebri storie d’amore e passione di tutti i tempi sono stati Barbara Frittoli, Stefano Secco, Maria Teresa Leva, Markus Werba, Riccardo Zanellato e Simone Del Savio.
I 32 anni suonati dell’allestimento di Guglielminetti non si vedono e non si sentono, tutto appare fresco ed attuale, pur nel suo correttissimo didascalismo, e le scene di Saverio Santoliquido e Claudia Boasso ne sono elegante cornice, così come i bei costumi di Laura Viglione. Vittorio Borrelli, a 2o anni di distanza dalla sua prima regia, si conferma ottimo orchestratore di scene di massa, dando spago all’esuberanza di tutte le voci, tra cui spicca la sempre inappuntabile Frittoli (nella foto) e l’interessante Zanellato. Battistoni a sua volta asseconda la frenesia di tutti i momenti scenici, rasentando la confusione ma raccogliendo significativi consensi dalla platea, così come gli ottimi cori guidati da Claudio Fenoglio. Il capolavoro pucciniano sprigiona ancora commozione e verità, in tempi cinici e disincantati. E’ questa la sua eterna magia.
Torino, 9 luglio 2015
Beppe Di Frisco

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