La “Revolutionary Road” di Chiovoloni

“On the Revolutionary Road” di Samuele Chiovoloni trova ispirazione dall’omonimo capolavoro letterario di Richard Yates poi riproposto fedelmente nel 2008 nel film diretto da Sam Mendes con la fortunata e titanica  coppia artistica K. Winslet e L. Di Caprio.

È Il dramma della famiglia Wheeler, una coppia apparentemente felice del ceto medio newyorkese degli anni cinquanta combattuta tra le aspirazioni e i sogni di gioventù  e la necessità di conformarsi alle ipocrisie della società postindustriale americana. April e Frank sono sposati e vivono con i loro due figli in una bella casa a Revolutionary Road, un’ordinaria strada nel Connecticut.  Entrambi avevano immaginato diversamente il loro futuro per aspirazioni e attitudini ma si ritrovano catapultati in una realtà alienante ben diversa da quella Parigi che April ha sempre sognato. Incomprensioni, frustrazioni, tradimenti e contese calano all’idea di un imminente viaggio nonché fuga in terra francese, nello stupore dei loro vicini. Tuttavia, altri ostacoli si interpongono tra la coppia e la felicità, che sembra invece accelerare in direzione opposta.

Il testo, adattato con precisione dall’autore e regista Chiovoloni, rimane fedele a Yates e porta con sé tutta la critica pungente di una società frustrata, ipocrita e ottusa che, accecata dal progresso, vuole imporre un modello rigido di normalità dove non c’è spazio per i sogni e l’alterità è follia. Revolutionary Road non è solo un sobborgo americano, ma una qualsiasi strada a noi familiare.

Dopo un confuso preambolo, incomprensibile a chi non conosce il pensiero di Yates, il testo riesce a evolversi e coinvolgere il pubblico fino all’immedesimazione. Non mancano momenti poetici e validi espedienti pensati abilmente dall’autore. La scenografia è semplice ma efficace e simbolica, le musiche si rivelano assortite con cura oculata e audacia, le luci delimitano con precisione lo spazio e il tempo. Tutto in un unico agonico respiro e atto. Sul palcoscenico viviamo gli anni Cinquanta, ritroviamo Yates e Revolutionary Road ma mancano inspiegabilmente Frank ed April.

Gli interpreti purtroppo non sembrano all’altezza del compito. L’umano di Yates, “una cosa che ci illude per deluderci” non passa attraverso la recitazione monocorde e sottotono soprattutto di April interpretato da un’acerba Elisa Menchicchi.  E non basta la generosa interpretazione di Giulio Forges Davanzati in Frank per equilibrare una coppia non ben assortita. Eppure Yates prima e Mendes poi avevano ben chiaro sia nella narrazione sia nella riproduzione cinematografica che tutto passava attraverso i personaggi e gli interpreti. Particolare sfuggito ingenuamente all’autore che non fa consacrare la rappresentazione teatrale.

Roma, teatro Cometa Off, 9 Aprile 2015

Vittorio Sacco

ON THE REVOLUTIONARY ROAD

Con Elisa Menchicchi e Giulio Forges Davanzati

Disegno luci: Diego Labonia

Costumi: Morena Fanny Raimondo

Movimenti: Marco Angelilli

Regia e Drammaturgia di Samuele Chiovoloni

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