In scena la storia dei Treni della Felicità, esempio di solidarietà che salvò circa 70.000 bambini nel dopoguerra.

I Treni della Felicità sono stati un’importante iniziativa promossa, dopo la seconda guerra mondiale, dal Partito Comunista Italiano, dai Cnl locali e dalle sezioni dell’Anpi, grazie all’impegno concreto e tangibile dell’Unione Donne Italiane, con l’intenzione di offrire cure e rifugio a circa 70.000 bambini indigenti del Centro e del Sud Italia. I bambini, provenienti da famiglie particolarmente disagiate e deprivate, furono ospitati da famiglie accoglienti, in Emilia Romagna e in Liguria, e dopo circa due anni tornarono nelle famiglie d’origine.

La messinscena, ideata e diretta da Laura Sicignano, autrice peraltro anche del testo insieme ad Alessandra Vannucci, vuole recuperare la memoria e il valore di questo episodio dimenticato della nostra storia, un episodio che ci restituisce l’immagine della passione e dell’abnegazione con cui le donne della neonata UDI organizzarono, tra mille difficoltà e pregiudizi, i convogli che trasportavano i minori, guidate dall’idea di solidarietà laica che le animava e che animava, in primis, Teresa Noce, battagliera dirigente comunista e partigiana, da poco rientrata dal campo di sterminio di Ravensbrük.

Lo spettacolo, interpretato in maniera asciutta ed estremamente incisiva da tre ottime attrici, Fiammetta Bellone, Federica Carruba Toscano ed Egle Doria, accompagnate dalle musiche originali eseguite dal vivo di Edmondo Romano, partendo da interrogativi che attingono anche al ruolo delle donne nel mondo contemporaneo e ai preconcetti e agli stereotipi di genere che ancora colpiscono la vita delle donne che non si conformano a standard esistenziali ritenuti convenienti e accettabili, è un importante esempio di teatro civile e restituisce al pubblico la temperatura sociale in cui si realizzò questo vero e proprio “monumento” di partecipazione e condivisione solidale realizzato dal basso da donne coraggiose e “resistenti” e mostra non solo il clima d’entusiasmo e di straordinaria mobilitazione popolare in cui si svolse l’iniziativa ma anche le calunnie e le bugie, diffuse da detrattori politici e da clericali anticomunisti, finalizzate a disincentivare gli spostamenti e a screditare i promotori, come le fandonie che i comunisti mangiassero i bambini e che gli spedissero in URSS.

Insomma, I treni della felicità, prodotto da Fondazione Luzzati-Teatro Della Tosse Associazione Madè, è un interessantissimo progetto per la scena ma anche un’indagine storica e sociale condotta su un’esperienza politica rilevante ma poco conosciuta del dopoguerra, un’indagine condotta da un’ottica femminile, un’ottica in grado di rappresentare in maniera inusuale un episodio singolare e trascurato perfino dai libri di storia, un episodio da cui partire anche per riconsiderare la nostra Storia in una prospettiva più autentica, più inclusiva e, soprattutto, più umana.

Teatro Sala Assoli di Napoli, replica del 22.03.2023

 

 

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