NAPOLI – Un tuffo nel passato di circa trent’anni. La PFM porta il suo concerto dal vivo al Palapartenope il14 Dicembre in cui propone tutte le canzoni riarrangiate per Fabrizio De Andrè per i concerti del biennio ‘78/’79, connubio immortalato nei due dischi del ’79 e dell’’80, aggiungendoci inoltre parte dei riarrangiamenti de “La Buona Novella” (album al quale avevano partecipato col nome di “I Quelli” prima di diventare Premiata Forneria Marconi) proposti nel tour precedente.
Dopo un breve discorso di introduzione, in crescendo parte “Bocca di rosa”, seguita da “La guerra di Piero” che il pubblico accompagna, cantandola per intero trascinati dall’emozione. Subito arriva uno dei momenti più emozionanti con “Giugno ‘73”, uno dei brani più belli, personali e intimi di Faber, introdotto dal racconto del chitarrista Franco Mussida. Questa prima parte concerto assomiglia a un museo, una testimonianza di un pezzo di storia fondamentale per la musica. Non sempre si ha impressione che tutto sia precisissimo come ci si aspetterebbe dalla PFM, o forse semplicemente si sente la mancanza della voce di Fabrizio (ma anche della sua chitarra).
Tra gli arrangiamenti più belli ci sono quelli de “Il sogno di Maria” tratto dallo spettacolo su “La Buona Novella”, ariosa e ancora più onirica, e soprattutto una straordinaria “Amico fragile”, che chiude la prima parte, resa ancora più sporca dall’incedere della chitarra di Mussida che arricchisce con il notevole assolo, quello che siamo stati abituati ad ascoltare nell’album.
È la seconda parte però, la migliore dell’intero concerto, quando la PFM suona i classici della sua carriera, più un riarrangiamento progressive di “Romeo and Juliet” tratto dal loro ultimo lavoro “PFM in Classic” (anche se senza orchestra). È il basso di Patrick Djivas ad introdurre “Maestro della voce”, precisa e imponente. L’intensità diventa altissima e il pubblico non riesce a stare più seduto. Da quel momento si affolla sotto il palco, incoraggiato dal carisma della band che mette insieme di fila una straordinaria “La carrozza di Hans” e un altro brano di De Andrè, sicuramente quello meglio riuscito (probabilmente anche perché è entrato a pieno titolo a far parte del repertorio della PFM) “Il pescatore”. Tornando sul palco si riparte con i brividi di “Impressioni di Settembre”, con Franz Di Cioccio, questa volta alla batteria, che scandisce il tempo con dinamica mostruosa. Il concerto termina con la potentissima “È festa (Celebration)”.
La PFM sembra non sentire il peso dell’età e porta a termine un live di quasi tre ore, senza perdere mai il polso della situazione, anzi riuscendo a guidare la performance in crescendo. Il concerto scivola via benissimo, tre ore che sono volate via in nulla.
Napoli – 17 Dicembre 2013
Francesco Di Maso
[foto di Francesco Saverio Fienga]