Scioperano i lavoratori e l’opera di Beethoven resta senza cambi di scena, video e luci.
La sera dell’inaugurazione del 78° Maggio Musicale Fiorentino abbiamo assistito a un “Fidelio” in forma ridotta per lo sciopero di parte dei lavoratori, che da tempo attendono puntuali risposte sul piano di rilancio della Fondazione e sul futuro dei numerosi esuberi già preannunciati. Niente cambi di scena, dunque, niente luci, trucco e costumi incompleti. La direzione ha comunque deciso di far proseguire lo spettacolo in quella che è sembrata una via di mezzo tra un concerto e un’opera semiscenica.
A fare da sfondo alla serata le imponenti mura del carcere sotterraneo in cui è imprigionato Florestan e dove Beethoven ha ambientato parte del II atto. Ma nulla si può commentare sulla regia, le scene, i costumi e le luci pensati da Pier’Alli. E nulla si può immaginare sulle proiezioni che dovevano arricchire l’allestimento. Per avere un’idea di come doveva essere lo spettacolo, che ricordiamo prodotto dal Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia, occorrerebbe cercare qualche ripresa della messa in scena spagnola.
Non siamo d’accordo con chi, a fine serata, dichiarava che conta solo la musica e che in fondo l’allestimento è un elemento accessorio di cui si può fare a meno. La bellezza dell’opera come genere musicale risiede proprio nell’armonia tra aspetti visivi e sonori. Quello che si è visto è, e resta, uno spettacolo incompleto. Nonostante sul podio ci fosse un Mehta in uno stato di grazia come non lo si sentiva da tempo. La sua interpretazione del “Fidelio” è riuscita ad accompagnare e sottolineare, senza forzature, i sentimenti di amore e il desiderio di libertà dei protagonisti e ha raggiunto vette di puro lirismo nell’ouverture “Leonore” n. 3, che il Maestro ha deciso di inserire a metà del II atto.
Dopo un inizio con qualche difficoltà, forse anche a causa della situazione generale, Ausrine Stundyte si è imposta nella difficile parte en travesti di Fidelio/Leonore. Convincenti anche il dolente Florestan di Burkhard Fritz e il Don Pizarro di Evgeny Nikitin, anche se manca di quella crudeltà che il personaggio richiede. Ottima prova per Anna Virovlansky che dà spessore e dolcezza inconsueti alla figura di Marzelline. Prova in crescendo, seppur non del tutto convincente, per Manfred Hemm (Rocco), mentre appare affaticato il Don Fernando di Eike Wilm Schulte. Ottimi e potenti i brani del coro diretto da Lorenzo Fratini.
Firenze – TEATRO DELL’OPERA, 27 aprile 2015
Lorena Vallieri
FIDELIO – opera in due atti di Ludwig van Beethoven; libretto di Joseph Ferdinand Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke; edizione: Edwin F. Kalmus & Co. Inc., Boca Raton, Florida.
Direttore: Zubin Mehta; regia, scene, costumi, luci: Pier’Alli; movimenti coreografici: Simona Chiesa; costumista collaboratore: Elena Puliti; Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino; MaggioDanza; Maestro del coro: Lorenzo Fratini. Allestimento del Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia.
Interpreti: Eike Wilm Schulte, Evgeny Nikitin, Burkhard Fritz, Ausrine Stundyte, Manfred Hemm, Anna Virovlansky, Karl Michael Ebner, Pietro Picone, Italo Proferisce.