Avrebbe potuto essere un diario del dolore, ma invece “Fermo da una vita” di Luigi Battilo, curato da Eduardo Savarese e pubblicato da Caracò, presentato presso il Chiaja Hotel de Charme come appuntamento della rassegna Poetè organizzata da Claudio Finelli è addirittura un diario di vita.
Una vita parecchio difficile e travagliata quella dell’autore, schiavo di una malattia degenerativa che in vent’anni di esistenza ha man mano affievolito le sue attività motorie ma di certo non quelle sociali visto che il libro è pieno di racconti che includono personaggi diversi e situazioni che possono far scoprire un lato nuovo del disagio.
Presidente dell’associazione “A ruota libera onlus”, Luca Trapanese, presente all’evento, ha raccontato del primo incontro con Battilo, all’interno della carrozza per barellati di un treno diretto verso Lourdes, incontro che ha poi permesso proprio la nascita dell’associazione e la formazione di un vero gruppo di persone con handicap o malati che quotidianamente condividono tempo ed attività.
Eduardo Savarese, già premiato autore di “Non passare per il sangue” ha con gioia raccolto gli scritti di Battilo interessandosi alle sue esperienze e al suo modo totalmente inedito di prendere la vita, scoprendo il potere di una carezza, profondamente più forte rispetto a quello di un gesto ricevuto da una persona sana.
Mario Gelardi editore della Caracò ha selezionato per il libro una copertina molto evocativa, con un orologio fermo che ben rappresenta il bellissimo titolo scelto dallo stesso autore.
Molta ironia e un’inedita veste per una terribile malattia è quello che offre a sorpresa “Fermo da una vita”, un modo diverso di conoscere i dolori ma anche i piaceri di chi è obbligato ad affrontare la vita da un particolare punto di vista.
Gaetano Cutri