Sebastiano Lo Monaco porta in scena alla Pergola il libro di Pietro Grasso “Liberi tutti. Lettera ad un ragazzo che non vuole morire di mafia”.
Il silenzio. O meglio, la legge del silenzio. Una legge non scritta, ma potentissima, che impone agli affiliati della malavita, e alle loro vittime (e testimoni), piena ‘solidarietà’ con chi ha commesso un reato, proteggendone l’identità perché non possa essere colpito dalle leggi dello stato. Un muro di gomma fatto di paura e omertà, contro il quale si sono scontrate a lungo e inutilmente la tenacia e la volontà di chi si è impegnato, anche a rischio della propria vita, per sconfiggere la mafia. Ma ora non è più tempo di tacere. Bisogna trovare il coraggio di parlare, di denunciare, e di non dimenticare. È questo il messaggio che Sebastiano Lo Monaco vuole trasmettere con “Dopo il silenzio”, adattamento teatrale di “Liberi tutti. Lettera ad un ragazzo che non vuole morire di mafia” di Pietro Grasso, andato in scena al Teatro della Pergola di Firenze con la regia di Alessio Pizzech.
Continua dunque la battaglia di Lo Monaco contro il silenzio che avvolge la mafia. E lo fa tornando a riflettere sulla figura del magistrato italiano da tempo in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Un pensiero iniziato alcuni anni fa con il monologo “Per non morire di mafia”, anch’esso tratto da uno scritto di Grasso. In quel caso si trattava di un’indagine emotiva su di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita all’affermazione della legalità. Lo spettacolo raccontava il suo percorso professionale, culminato nell’esperienza del maxiprocesso di Palermo. “Dopo il silenzio” tocca anche l’aspetto più privato della sua vita. E non a caso entra in scena il personaggio della moglie (Mariangela D’Abbraccio), un’insegnante impegnata nell’educazione e nel recupero dei ragazzi di quartieri ad alto rischio.
Scuola e magistratura dunque. Un binomio imprescindibile per insegnare ai giovani la legalità e l’etica, ma soprattutto per far capire che un’alternativa esiste. Sulla scena il magistrato e la moglie si scontrano con un giovanissimo affiliato mafioso (Turi Moricca). Solo il racconto, la verità svelata dalla parola, riesce quanto sia sbagliata la sua prospettiva dei valori. Ed è interessante quanto l’efficace scrittura drammaturgica di Francesco Niccolini riesca a far emerge tutto il disagio emotivo e materiale di fronte a una società e uno Stato assenti, incapaci di proteggere e tutelare i cittadini più deboli. Solo la conoscenza può fornire gli strumenti per decidere il proprio destino privato e sociale. E dunque per ri-orientare le scelte della collettività. Per questo è importante parlare. E poiché il teatro è uno dei luoghi della parola, anche con il teatro si può combattere la mafia. Contrastare il silenzio imposto. Rispondere a quel vitale bisogno di comunicare e di conoscere che hanno le generazioni più giovani. Giovani e adolescenti presenti e partecipi allo spettacolo della Pergola e che alla fine hanno ringraziato gli attori con lunghi ed emozionati applausi.
Firenze – TEATRO DELLA PERGOLA, 16 gennaio 2015
Lorena Vallieri
DOPO IL SILENZIO – tratto da “Liberi Tutti” di Pietro Grasso; adattamento teatrale di Francesco Niccolini e Margherita Rubino; scene: Giacomo Tringali; costumi: Cristina Da Rold; musiche: Dario Arcidiacono; luci: Luigi Ascione; interventi video: Giacomo Verde; canti originali: Carlo Muratori; coro: Discantus; direttore del coro: Salvo Sampieri; regia: Alessio Pizzech; produzione: Sicilia Teatro.
Interpreti: Sebastiano Lo Monaco, Mariangela D’Abbraccio, Turi Moricca.