Ancora fino al 2 febbraio 2014 il ‘retro’ delle opere d’arte è protagonista dell’annuale appuntamento con la rassegna “I mai visti” organizzata dall’ Associazione “Amici degli Uffizi”.
Puntuale, come ogni anno, la sala delle Reali Poste della Galleria degli Uffizi ha aperto i propri battenti per il ciclo seriale “I mai visti. Capolavori dai depositi degli Uffizi”. Per questa XIII puntata, dedicata a “Dietrofront. Il lato nascosto delle collezioni”, la curatrice Giovanna Giusti ha scelto un tema quantomeno inusuale. Ciò che viene ‘svelato’ non è tanto il recto dell’opera, quello che siamo abituati a vedere e che in gergo è chiamato ‘il bello’, quanto il verso, ovvero il lato normalmente celato allo sguardo indiscreto dello spettatore. Lo spiega bene Antonio Natali, Direttore degli Uffizi: «Nessuno dei visitatori della Galleria può vedere cosa celi il retro di una tela o di una tavola, giacché la faccia che a lui si mostra è quella nobile. La parte posteriore resta un mistero. In questo senso l’esposizione odierna sarà anche un bel divertimento intellettuale».
In effetti, l’accurata selezione delle opere esposte, varia sia nella cronologia (con esempi dall’epoca romana ai giorni nostri) che nella tipologia (tavole dipinte, marmi, maioliche, uno stipo e un altare), ci guida alla scoperta di quel mondo normalmente riservato ai soli addetti ai lavori: bozzetti, poesie, annotazioni manoscritte, numeri di antichi inventari, attestazioni di proprietà, ma anche veri e propri dipinti. Tracce che indubbiamente permettono di meglio indagare la vita del manufatto e il suo percorso collezionistico, ma che non di rado svelano inedite sorprese.
Pensiamo, ad esempio, alla “Madonna del latte” di Domenico Ubaldini. Sul verso si intravede un raffinato Gesù bambino tratteggiato a matita rossa, oggi sopraffatto da una teoria di numeri inventariali e da un bollo di ceralacca della Guardaroba Medicea; o, ancora, alla preziosa ‘custodia’ di Jan Brueghel il vecchio, pensata per proteggere e riproporre in copia “Il grande Calvario” di Dürer, opera che, a sua volta, presenta sul verso un “paesaggio” del medesimo Brueghel; o, infine, a quello che sembra essere un semplice baule di manifattura fiorentina del XVII secolo e che invece cela al proprio interno un sontuoso altare da viaggio.
Certo, tutto questo quando l’opera non nasce già ‘doppia’, quando cioè è già nelle intenzioni dell’artefice far dialogare le due facce. È il caso dell’autoritratto del brasiliano João Câmara, che nel 1990 si è rappresentato a figura intera e a grandezza naturale sul recto di una tavola di legno, riproponendosi sul verso di spalle e con il torso nudo. O di quello di Silvano Campeggi che rivolge all’osservatore la schiena dritta e la chioma bianca, per rivelare il volto, ripreso di tre quarti, solo sul retro della tela. E il pensiero non può non correre a uno dei capolavori conservati nella vicina Galleria degli Uffizi: alludiamo al “Ritratto del nano Morgante” di Bronzino, un unicum nella pittura del Cinquecento. Il nano di corte di Cosimo I è qui raffigurato nudo sulle due facce della stessa tela, pensata per essere collocata al centro di una stanza e fruita come se fosse una scultura. Bronzino voleva così dimostrare non solo che la pittura, al pari della scultura, è capace di offrire più immagini di una medesima figura ma anche che la figurazione pittorica può mostrare lo scorrere del tempo. Nella veduta frontale Morgante, infatti, è rappresentato con gli strumenti della caccia notturna, mentre nell’altro lato della tela costui ha in mano gli uccelli catturati a caccia conclusa.
Lorena Vallieri
Sala Reali Poste, Galleria degli Uffizi – Firenze
Orario: dal martedì alla domenica 10.00-17.00
Ingresso gratuito
Info: Segreteria Galleria Uffizi (055 2388742); Segreteria Amici Uffizi tel. (+39) 055 285610 – (+39) 055 2646456
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