“Il massimo che possa fare in tema d’amore”. È così che lo scrittore e giornalista toscano Gordiano Lupi definisce la storia che racconta con “Calcio e Acciaio – Dimenticare Piombino”. Nei novanta minuti che scandiscono una partita di calcio è racchiusa una metafora della vita e Giovanni, con la sua gloriosa carriera di calciatore e poi di allenatore, attraversando gli alti e i bassi della sua professione, questo lo sa bene. Dagli anni ‘60 ad oggi il calcio è cambiato di pari passo con la società, ma per qualcuno, come il protagonista del romanzo di Lupi, i valori restano gli stessi. L’amore viscerale per la propria terra, la forza dei ricordi e dei legami familiari e la passione per lo sport, quello vero, degno di tale nome, portano Giovanni a compiere scelte difficili ma istintive alle quali resta sempre coerente. La forza dei sogni e dei rapporti umani aiuta Giovanni a non perdere la testa e a non dimenticare le origini che diventano per lui punto di partenza e di arrivo, simbolo di una vita vissuta all’insegna degli ideali e del romanticismo. Da qui, la sensazione di leggere un romanzo d’amore in cui la musa ispiratrice non ha le sembianze di una donna, dal momento che il protagonista conserva il rimpianto di non essere riuscito a realizzarsi nella vita privata, ma è un rettangolo d’erba delimitato dalle linee laterali, da non calpestare pensando alla gloria e ai lauti compensi, ma per la gioia di farlo nel posto che ti ha visto crescere, per la gente che ti ha sempre sostenuto e per non tradire il bambino che eri, diventato ormai uomo. Con la prefazione del sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, il libro, edito da A. Car edizioni, porta alla luce, in modo autentico e a tratti struggente, uno spaccato maremmano fatto di paesaggi, profumi e sapori di un passato che non può tornare ma rivive attraverso i ricordi.
Gabriella Diliberto