dal 15 al 18 dicembre 2016
TRAM
TeatroRicercaArteMusica
Port’Alba 30, Napoli
Gli Emigranti
Lo straniero in terra non propria non è altro che l’uomo stesso, viaggiatore, l’Ulisse di ogni epoca e nazione.
DI Slawomir Mrozek
REGIA Giuseppe Amato
CON Denis Fontanari – Andrepietro Anselmi
SCENOGRAFIE Federica Rigon
In una città straniera due emigranti sono costretti a trascorrere la loro vita nella squallida e desolata stanza del sottoscala dove convivono.
Non viene definita la città ne lo Stato di appartenenza perché è una storia dedicata a
tutti gli Emigranti che, lontani dalla propria terra di origine, cercano riscatto.
Gli Emigranti affronta temi molto forti con una vena di umorismo e sa rendere anche le
situazioni più drammatiche più leggere e ironiche.
I due protagonisti della storia, lasciano la loro terra per motivi diversi: uno fugge verso
qualcosa e l’altro fugge da qualcosa. Fin da subito si capisce che i due personaggi sono agli
antipodi per estrazione sociale, culturale, speranze e stile di vita.
L’uno incarna la figura dell’ironico intellettuale socialista, di quelli che rimarcano la propria
superiorità rispetto alla massa incolta e ignorante, personificata dal coprotagonista operaio.
Qualsiasi avvenimento quotidiano, come la passeggiata pomeridiana, il lavoro, il cibo, le
feste, diventa per i due motivo di confronto, discussione e scambio di idee quasi a voler
marcare ancora di più la diversa provenienza sociale dei protagonisti. Due mondi che
normalmente non si sarebbero mai incontrati vengono così accostati dalla necessità e dalla
condizione di emigrante.
Gli Emigranti è sicuramente il testo teatrale più amaro di Slawomir Mrozek, racconta con
una vena umoristica alcuni aspetti del mondo delle persone che lasciano la propria terra
alla ricerca di una vita migliore. La libertà, la politica, l’uguaglianza, sono i temi che
risuonano in tutto il racconto. L’intera opera si svolge in un sottoscala serrato, senza
finestre, dove i rumori dei piani superiori e del mondo esterno, che si muove e vive,
vengono amplificati e trasmessi attraverso i tubi di scarico, le condutture dell’acqua, i tubi
dell’aerazione.
I protagonisti si sentono come dei microbi all’interno del ventre, dei topi in gabbia che
osservano dal basso verso l’alto, degli animali intrappolati dai tempi, dalla società, dalla
crisi e dall’utopia di ciò che sarà, ma non avverrà mai. Due personaggi agli antipodi,
differenti in pensieri e gesti, che nel corso dell’opera si riconoscono involontariamente amici
pronti ad aiutarsi e a confortarsi quando il mondo al di fuori del loro “rifugio” li isola,
lasciandoli nella loro sporcizia a mangiare cibo per cani.
Il linguaggio è asciutto e severo, differente tra i due personaggi, da una parte la capacità
retorica dell’uno, dall’altra perfino la mancanza di conoscenza della lingua del paese
ospitante, dell’altro. La scena di trasforma in una sorta di arena dove il rapporto carnefice –
vittima si ribalta in continuazione ed entrambi i personaggi incarnano uno dei due ruoli.
Lo spettacolo trasmette il dramma che vive ogni emigrante, quel dramma che annienta
l’uomo, lo rende animale da lavoro e gli toglie perfino la capacità di pensare.
Uno spettacolo “di ieri”, ma che anche ai giorni nostri trova la sua veridicità. Uno spettacolo
senza ambientazione poiché ogni Paese è casa di emigranti.
Durata: 1’30”
intero € 12,00
ridotto € 10,00 (under 26, over 65)
Abbonamenti a scelta:
5 spettacoli € 45,00
10 spettacoli € 80,00
Orari spettacoli:
dal Martedì al Sabato ore 21.00
Domenica ore 18.00
info e prenotazioni
cell. 342 1785930
tel. 081 18752126
email info@teatrotram.it
www.teatrotram.it
direttore artistico
Mirko Di Martino