“Gli amici non hanno segreti”, o forse ne hanno fin troppi

GliAmiciNonHannoSegreti_pgAl Teatro Roma si è messa in scena “Gli amici non hanno segreti”, una commedia scritta da Antonello Costa ed il suo fedelissimo autore Gianluca Irti, diretta dallo stesso Costa con la sorella Annalisa. Sul palco ritroviamo 3 uomini, 3 amici a confronto con le proprie storie ed i propri segreti, perché ognuno ne ha uno. Ricalcando, sulla falsa riga, la commedia “E fuori nevica” di Salemme con cui si ritrovano diverse similitudini (il numero dei conviventi, le professioni, le peculiarità caratteriali, le relazioni amorose, etc…), le vicende che si susseguono sulla scena emergono con un linguaggio divertente e dai toni pungenti, quanto basta per suscitare l’ilarità del pubblico. I protagonisti entrano ed escono dalla scena continuamente facendo sì che la commedia mantenga ritmi sostenuti. Tutto gira intorno ad un unico filo conduttore: quanto delle vite vissute dai 3 amici nonché conviventi è basato sulla verità? E da qui i tre protagonisti si scoprono, ognuno a modo proprio, non totalmente sinceri e si inscenano situazioni tali che la comicità prende risvolti sempre più prorompenti. I ruoli chiave sono quelli maschili a cui si affiancano tre ruoli marginali dei personaggi femminili (chissà perché non è quasi mai il contrario!!). In realtà potremmo dire che tutta la trama gira intorno alle donne e ai vari intrecci che ne derivano. Spiccano tra tutti le performances di Gianpiero Perone e Giuseppe Cantore. Ognuno a modo suo caratterizzato da una singolare comicità e da un’esplicita dialettica corporea e visiva, fanno sì che i propri personaggi non siano semplici “spalle” al protagonista Costa ma diventino co-protagonisti a tutti gli effetti. Sarà che la forte fisicità di Cantore e l’aplomb torinese di Perone sono così antitetici sulla scena, che lo spettatore ne è letteralmente conquistato. Donatella Pompadour invece, pur impersonando un ruolo di maggiore visibilità sulla scena rispetto a quelli interpretati da Laura De Marchi e Simona Barattolo (inserite perfettamente nei loro personaggi), presenta una recitazione piuttosto statica e conferisce al suo personaggio quasi una sorta di anonimato sulla scena. Nell’insieme la commedia coinvolge lo spettatore per l’intera durata della messinscena, ognuno si rivede in questo o in quel personaggio, storie comuni di vita vissuta che conducono ad un finale…tutto da ridere.

Roma – Teatro Roma, 17-12-2013

Alessia Coppola

 

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