“Virtù dell’oscurità”: donne, guerra ed economia

In prima assoluta al Magnolfi di Prato lo spettacolo di Bigatto e Capaccioli liberamente tratto da “Le tre ghinee” di Virginia Woolf.

Era il 1938 quando Virginia Woolf pubblicava il suo saggio “Le tre ghinee”, lunga e articolata riflessione sulle donne, la guerra e la nuova economia in un’Europa a un passo dal secondo conflitto mondiale. L’autrice lo scrisse immaginando di rispondere a tre lettere che contenevano altrettante richieste di finanziamenti: per la prevenzione della guerra, per un’università femminile e per l’assistenza alle donne che vogliono esercitare una professione. I temi messi in campo sono dunque quelli cari a Virginia Woolf e tutt’oggi validi: la forza contrattuale derivata dal denaro, la lotta per la parità dei diritti, le nuove responsabilità sociali della donna nei confronti del potere e del senso del possesso. Inoltre, i recenti avvenimenti a livello mondiale non possono non costringerci a riflettere su una domanda apparentemente banale quanto invece complessa e vitale: «Cosa fare per prevenire la guerra?». È questo il quesito essenziale attorno a cui ruotano le riflessioni della Woolf e da cui parte anche lo spettacolo “Virtù dell’oscurità”, una drammaturgia di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli liberamente tratta da “Le tre ghinee” e presentato in prima assoluta al Teatro Magnolfi di Prato.

Virtù  delloscurità_Una-scena-dello-spettacolo_Foto-Ilaria-CostanzoBisogna riconoscere che è certo operazione coraggiosa quella di riproporre in teatro un saggio di tale portata. Nella duplice veste di drammaturghe e registe, Bigatto e Capaccioli hanno avuto alcune felici intuizioni. Ad esempio nel movimentato incipit con i personaggi che, rapidi, appaiono e si dissolvono dalla scena utilizzando le quinte e gli accessi di servizio. In questi primi dieci minuti è condensata tutta la forza dello spettacolo. Ci troviamo in bilico tra realtà e proiezioni della mente con i tre attori diplomati presso la scuola di recitazione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana – Valentina Cipriani, Francesco Dendi e Antonella Miglioretto – che interpretano le persone reali (l’infermiera, ad esempio) e i fantasmi (l’amato nipote morto nel 1937 durante la Guerra di Spagna) che circondano la scrittrice.

Apprezzabile anche la scelta di mettere in scena non un monologo, come la situazione suggerirebbe, ma un dialogo tra la Woolf e gli immaginari destinatari delle tre lettere, in un confronto tra diversi piani e punti di vista. Ma l’abilità di Elena Ghiaurov nell’interpretare Virginia Woolf non impedisce che l’impegnativa parte verbale risulti a tratti faticosa per lo spettatore. Il lungo e a volte lento discorso su concetti così complessi, che richiedono un’attenzione costante, non concede mai un momento di pausa o di leggerezza, costringendo a uno sforzo di concentrazione che rischia di vanificare l’efficacia del messaggio.

Prato – Teatro Magnolfi, 27 novembre 2015

Lorena Vallieri

VIRTÙ DELL’OSCURITÀ drammaturgia di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli liberamente tratta da “Le tre ghinee” di Virginia Woolf.

Regia: Paola Bigatto e Lisa Capaccioli; scene e costumi: Giulia Breno;  luci: Roberto Innocenti; nuova produzione: Teatro Metastasio Stabile della Toscana. Prima assoluta.

Interpreti: Elena Ghiaurov, e gli attori diplomati presso la scuola di recitazione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana: Valentina Cipriani, Francesco Dendi, Antonella Miglioretto.

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