Su Amazon il futuro di Philip K. Dick nei suoi ‘Electric Dreams’

 

Dalla carta stampata al piccolo schermo, i ‘sogni elettrici’ del visionario autore di fantascienza Philip K. Dick sono al centro della nuova serie prodotta da Channel 4 e Sony Pictures Television disponibile sulla piattaforma di streaming Amazon Prime Video.

Philip K. Dick’s Electric Dreams è la serie antologica di dieci puntate ispirata ai racconti dell’autore americano, inesauribile fonte di ispirazione per il cinema e la tv. Da Blade Runner a Atto di forza, da Minority Report a The Man in the High Castle, sono tanti i film e le serie ispirate agli scritti di questo prolifico autore.

 

L’ultima nata è proprio Electric Dreams, la serie con la produzione esecutiva di Ronald D. Moore, Michael Dinner e Bryan Cranston, anche protagonista di uno degli episodi, lanciata in anteprima lo scorso settembre su Channel 4. Un prodotto che, per il tema affrontato e la struttura scelta, si mette a confronto diretto con un altro grande successo della stessa rete, la rivoluzionaria Black Mirror ormai giunta alla sua quarta stagione.

Visto il passaggio a Netflix della serie britannica, viene da pensare che la rete abbia provato a rilanciare il fortunato esperimento con un prodotto per molti aspetti simile.

Anche se buona parte della critica ha notato una sostanziale somiglianza delle due serie e l’inferiorità della nuova nata, vanno però riconosciuti alcuni elementi di novità dei ‘sogni elettrici’.

Ma partiamo dai punti deboli.

Electric Dreams sconta sicuramente il fatto di essere arrivata dopo Black Mirror. La serie non ha quindi un carattere di novità nell’attuale scenario televisivo, si limita a replicare degli elementi di genere già ampiamente sfruttati dalla ‘sorella maggiore’ e da altri prodotti visti in questi ultimi anni.

Rispetto alla serie di Charlie Brooker, Electric Dreams mostra anche meno mordente, minore potenza narrativa ed emotiva.

C’è però un elemento di novità in Electric Dreams, che rende la serie un prodotto diverso da Black Mirror: è il punto di vista con cui ci racconta il futuro.

Se Black Mirror usa il futuro come pretesto per criticare il presente e le dinamiche corrotte che caratterizzano la nostra epoca, Electric Dreams è a tutti gli effetti una serie fantascientifica.

Crociere spaziali, evoluzione tecnologica, nuovi modelli organizzativi e sociali, ibridazione e nuove specie viventi: cosa ci attende nel futuro prossimo o remoto?

‘The future is still human’ recita il trailer della prima stagione. Ed è proprio questo il punto chiave della serie: episodio dopo episodio, un mondo dopo l’altro, la domanda sottesa sembra essere la stessa: quali sono le caratteristiche che continueranno a definirci come ‘essere umani’ anche quando saremo lontani anni luce dalla terra, circondati da specie viventi – biologiche o robotiche – che mostrano intelligenze pari o superiori alla nostra?

Lì dove le differenze tra specie si fanno più sfuocate è la capacità di provare sentimenti e di mostrare comportamenti altruistici a definire l’umano.

È così, per esempio, per il gruppo di superstiti che si oppone al sistema automatizzato di produzione in Autofac o per i migranti in un universo senza più confini di Impossible Planet e per gli alieni più ‘umani’ degli umani in Human is, tra gli episodi che meglio caratterizzano la serie.

Senza spoilerare troppo degli episodi chiudiamo con una menzione al cast davvero d’eccellenza con volti noti del grande e piccolo schermo: da Anna Paquin poliziotta che in Real Life si rifugia in una realtà virtuale a Maura Tierney, madre che affronta una società ossessionata dal controllo in Safe and Sound, fino a Richard Madden, agente in servizio con una telepate che gli darà non pochi problemi.

Vincenzo Vasco

Photo Credits: imdb.com

 

https://youtu.be/rvwS1bo0fu4

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