Due chiacchiere con un’icona del cinema e del teatro italiano: il grande Maurizio Mattioli.

Tra pochi giorni sarai al Sistina con “Febbre da Cavallo”: dato il successo del film negli anni ’70, si prevede il tutto esaurito?

Sì, tra qualche giorno, il 15 marzo, ci sarà la prima al Teatro Sistina di Roma: non so dirti se ci sarà il tutto esaurito, ma sono sicuro che sarà un grande successo, o almeno me lo auguro. “Febbre da cavallo” diventò a suo tempo un vero e proprio cult, ebbe un seguito straordinario. Speriamo possa ripetersi lo stesso fenomeno.

“MMA Love never Dies”- il nuovo film di Riccardo Ferrero, il primo in Italia che affronta questo argomento. Qual è il tuo personaggio e che ruolo svolge nel filo rosso della narrazione?

Nell’interpretare Edo ho messo tutta la mia anima e la mia dedizione. È un personaggio fatto da me, nel quale ho voluto mettere un Mattioli diverso. È un padre al quale hanno ammazzato un figlio, uno che si trova in mezzo a una storiaccia, fatta di ricatti e brutti volti.

Maurizio Mattioli

“Era ora”, programmato al Teatro Tirso di Molina per lo scorso febbraio, ma posticipato al prossimo mese. Di cosa si tratta?

È la mia storia, i miei aneddoti, recito dei monologhi e canto qualche canzone. Lo spettacolo è diretto da Stefano Reali (col quale ho già lavorato per “Ultimo”, “Rimbocchiamoci le maniche” e altre serie tv) ed è incentrato prevalentemente sul Mattioli di tanto tempo fa, quello che stava al bar a raccontare le barzellette, per poi realizzare pian piano i suoi sogni e la sua carriera.

Per quanto riguarda immaturi?

Al momento non si sa ancora quando uscirà in tv. Ho visto la prima puntata al Festival della Fiction, ma le date restano incerte.