La beatitudine: una finzione per sconfiggere la realtà quotidiana

Fibre Parallele ha portato in scena, in prima regionale al Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi, il suo ultimo lavoro: La beatitudine.

 

Dopo aver debuttato in prima nazionale al Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari, la compagnia – fondata nel 2006 dal duo barese Licia Lanera e Riccardo Spagnulo – sbarca in terra natia, la Puglia, interrogandosi sulla validità del teatro come mezzo per superare le barriere, condividere una tensione comune, mescolare realtà e finzione. Ed è proprio ciò che faranno gli attori, presentandosi al pubblico con i loro stessi nomi e corpi: persone reali, in carne e ossa, pronte all’azione scenica. Subito dopo comincia la pièce: i protagonisti (Mino Decataldo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Riccardo Spagnulo, Lucia Zotti) raccontano la storia di solitudine di due coppie agli antipodi. Da una parte Licia e Riccardo, sconvolti dopo la perdita di un bambino, dall’altra Danilo e Lucia, madre e figlio legati indissolubilmente da una malattia, la distrofia muscolare, che costringe il ragazzo sulla sedia a rotelle. In uno spazio unico e nero – compresi i costumi degli attori, che sembrano portare continuamente i segni del lutto – i personaggi si muovono, si incontrano e si scontrano. Vengono così ripercorse le varie fasi dell’esistenza umana: giovinezza, età adulta, vecchiaia. Ognuno dei personaggi va alla ricerca di un piccolo momento di pura beatitudine. Ognuno di loro vorrebbe vivere una vita diversa: Licia si crea una propria realtà, accudendo un manichino-bambino; Riccardo, escluso sempre più dalla vita della moglie, cerca di reggere la finzione senza riuscirci; Danilo si convince di non essere nato per soffrire; Lucia, dopo una vita dedicata al figlio malato, vuole ritrovare il piacere dei sensi. Riusciranno a raggiungere questo stato di beatitudine – seppur effimero – attraverso l’appagamento sessuale.

Sulle loro azioni incombe la presenza fantomatica del Mago Cosma Damiano, un pastore capace di illudere gli uomini, convincendoli che la fantasia possa risolvere i problemi della vita reale. La sua figura andrà così a sconvolgere le vite delle due coppie. Da qui comincerà una giostra di emozioni ballerine attraverso le quali, a turno, gli attori descriveranno le loro tragedie personali: dalla solitudine alla ricerca del piacere dei sensi in età avanzata; dalla necessità della bellezza, non sempre facile da riconoscere, alla linea sottile tra reale e irreale, tangibile e immaginato, materia e pensiero.

 

“La beatitudine è qualcosa che non si può dire. Qualcosa che passa in fretta. Qualcosa che non sappiamo se esista davvero. Qualcosa che è così intensa da mettere in discussione la sua stessa esistenza. Qualcosa che se la racconti, non ti crede nessuno. Qualcosa per la quale mettiamo a repentaglio tutto il resto e quando arriva, tutto il resto non ha più senso”.

 

Il testo, scritto da Riccardo Spagnulo, attraverso un linguaggio che si fa in parte irriverente, in parte delicato, trasporta il pubblico in uno spazio malinconico e disilluso. Licia Lanera, che tra novembre e dicembre 2014 ha vinto i Premi Eleonora Duse, Virginia Reiter e il Premio Ubu come migliore attrice italiana under 35, firma la regia de La Beatitudine, in cui le scene si fanno eco tramite la ripetizione delle battute, quasi provenissero da un sogno lontano, entro una realtà che ha un sapore di déjà vu. Tra gli attori, degna di nota è l’interpretazione dolce e allo stesso tempo ironica di Lucia Zotti, quasi ottantenne qui nei panni di una tipica donna del Sud, come se ne vedono dalle nostre parti: autoritaria, dotata di un forte senso pratico e tanta indiscrezione. Il finale, tra piatti rotti e botte, sembra svolgersi in un’altra dimensione: peccato solo per l’azione scenica, che chi scrive avrebbe voluto qui ancora più incalzante e convincente.

Sarà il mago Cosma a riportare lo spettatore alla riflessione sull’equilibrio tra verità e apparenza: inutile tentare di risolvere i problemi della realtà attraverso la finzione.

 

Alessandra Lacavalla

 

LA BEATITUDINE, Andria, Festival Castel dei Mondi, 25 agosto 2015

di Riccardo Spagnulo

regia Licia Lanera

drammaturgia Riccardo Spagnulo

con Mino Decataldo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Riccardo Spagnulo, Lucia Zotti

luci Vincent Longuemare

assistente alla regia Ilaria Martinelli

organizzazione Antonella Dipierro

tecnico di palco Amedeo Russi

regia e spazio Licia Lanera

produzione Fibre Parallele

coproduzione Festival delle Colline Torinesi, CO&MA Soc. Coop. Costing & Management

e con il sostegno di Consorzio Teatri di Bari – Nuovo Teatro Abeliano

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