I Giganti della Montagna /Radio edit, Roberto Latini: una voce in scena

A cinque anni dal debutto e a tre dalla prima messinscena partenopea, tornano a Napoli “I Giganti della Montagna” per la regia e interpretazione di Roberto Latini. Il Teatro Nuovo e la Sala Assoli gli hanno dedicato un’intera settimana, il regista è andato in scena al Nuovo con “Il Cantico dei Cantici”, e alla Sala Assoli, per un solo weekend – il primo di aprile – appunto con il testo pirandelliano.

Lo spettacolo è ridotto rispetto alla prima versione del 2014, ma non per questo meno accattivante.

Latini agisce completamente in sottrazione, sulla scena tre microfoni, una sedia, un foulard  e una calza-retina; il testo del drammaturgo di Girgenti prevede 25 e più personaggi, Latini sul palco è solo.

Dimostrando una rara versatilità passa da un personaggio all’altro connotandolo con un semplice gesto: togliendo la giacca, avvolgendo il foulard, spostando la sedia, accavallando le gambe, muovendosi e vivendo la scena. Ma soprattutto Latini passa da una voce all’altra, perché la vera protagonista è la sua voce, ora calda, ora amplificata, ora ridondante in eco, una voce urlata, sussurrata, una voce narrante che fa emergere la parola pirandelliana nella sua immediatezza e nudità.  L’immediatezza è tale e tanta perché vi è un preliminare lavoro sulla drammaturgia. Latini decostruisce il testo pirandelliano, lo svuota dal suo interno eliminando inutili orpelli scenici e/o drammatici. Questo lavoro di riduzione e decostruzione non nuoce però la significazione e l’integrità del dramma, che veicolato solo dalla parola/voce ci arriva nella sua interezza. Il valore aggiunto di questa interpretazione sono le musiche e i suoni di Gianluca Misiti, una sorta di secondo attore al di qua della quarta parete. Le luci – di Max Mugnai – creano inoltre immagini poetiche e melanconiche. Voci, luci, bui, suoni, musiche, rumori ci conducono nel pirandelliano mondo sospeso dei Giganti. Lo spettacolo si apre e si chiude sulla stessa scena: una sedia al centro, tre microfoni che convergono verso la sedia e un foulard poggiato su di essi. Latini scompone e ricompone questa immagine. La scomposizione ci porta nel mondo dei Giganti, quel mondo metafisico e irresoluto popolato da ombre ossessionate da inquietudini. È come se Latini scoperchiasse una Vaso di Pandora ed emergessero non mali ma paure, quelle di Pirandello, quelle di Ilse e della sua compagnia, quelle di Cotrone, quelle degli Scalognati,  quelle dei Giganti…le nostre.

“Ma tu non hai paura?”

Mariarosaria Mazzone

Sala Assoli, 6/4/2019

I GIGANTI DELLA MONTAGNA/radio edit

da Luigi Pirandello

adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini

musiche e suoni Gianluca Misiti;

luci e direzione tecnica Max Mugnai

produzione Fortebraccio Teatro, in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi. Festival Orizzonti. Fondazione Orizzonti d’Arte. Emilia Romagna Teatro Fondazione.

 

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