“Ho fatto l’uovo”, la storia di una nuova vita

Cristina Di Sciullo e il suo racconto, in scena al Teatro di Cestello di Firenze.

Il Teatro di Cestello si trasforma in un mitico focolare domestico con Cristina Di Sciullo e la sua performance “Ho fatto l’uovo”, in scena il 23 ottobre nel teatro fiorentino d’Oltrarno. Sembra una fiaba raccontata ad un bambino piccolo. Cristina Di Sciullo è sola sul palcoscenico. La accompagna solo Marco Lascialfari con la chitarra, colonna sonora di una ninna nanna che fa dormire perché un po’ spaventa e, si sa, i sogni sono un posto tutto nostro, in cui rifugiarsi quando si è impauriti e stanchi dalla vita. Il Teatro di Cestello diventa così un posto mitico e allo stesso tempo caloroso, riscaldato da un focolare arcaico che fa pensare a quello delle antiche vestali, custodi di una fiamma divina che doveva rimanere sempre accesa. Ognuno di noi, finché è in vita, ha, da qualche parte dentro di sé, un fuoco sempre acceso, una luce che noi stessi facciamo fatica a trovare in noi, specialmente se si è deboli, sensibili, suscettibili ai giudizi esterni.

Cristina Di Sciullo ci racconta una storia che, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere autobiografica. Nell’alternarsi tra narrazione, interpretazione in prosa e cantata, l’insieme è un bellissimo racconto che contrappone la vita reale a una vita immaginata, dove la protagonista non è più una qualsiasi persona del mondo chiusa in sé stessa, ma la principessa di un pianeta altro che, alla fine, imparerà a volare. È un contrapporsi tra vita vera e vita immaginata e, paradossalmente, è quest’ultima ad essere considerata come la meta da raggiungere, dimenticandosi di guardare ciò che veramente si ha davanti, compiendo l’errore di consumare la vita senza viverla davvero. Un’infanzia condizionata dall’ambiente provinciale e da tutto ciò che esso si porta con sé: credenze popolari come quella di fasciare i neonati fino a dieci mesi di vita e di non fidarsi di nessuno, specialmente dei maschi. La donna cresce nelle paure inflittegli dallo stesso fuoco di Vesta che avrebbe dovuto proteggerla e renderla forte. L’Uomo Nero e la Befana delle sue infantili ninne nanne ancora in età adulta la spaventano, sono i fantasmi del passato che ogni individuo non smette mai di trovarsi di fronte di tanto in tanto; è normale, è la vita, ma dovremmo essere consapevoli di essere diventati grandi e forti, per ridere loro in faccia e sbeffeggiarli come pupazzi ormai innocui ed eterei.

La protagonista va avanti nella speranza di fuggire dal proprio presente asfissiante, di uscire dal suo guscio, di trovare qualcosa di meraviglioso che la farà diventare una principessa, magari un amore che sconfiggerà i mostri che la possiedono. Ma il tempo passa, il tempo è beffardo, il tempo è capace di farti lo sgambetto, di impedirti di raggiungere ciò che è a un passo da te, di distruggere tutto quello che c’è dietro. La donna, ormai adulta, ormai non più nel fiorire dell’esistenza, ormai non più bella com’era una volta, acquista consapevolezza della realtà, di quello che è stato e di quello che, probabilmente, non sarà mai. Il futuro non esiste fino a che non diventa presente. L’unico modo per vincere è sfidare il tempo o, possibilmente, ignorarlo, insieme all’Uomo Nero e alla Befana, smettere di credere che arriverà il principe azzurro, perché nessuno verrà a salvarci, nessuno tranne la nostra consapevolezza e la nostra capacità di vivere il presente con passione. La protagonista, così, “ha fatto l’uovo”, ha dato alla luce la propria vita. Una performance emozionante, travolgente, che ci strappa una lacrima insieme a una risata, che ci parla della vita vera e ci consiglia di viaggiare verso la meta che il vento di ogni oggi ci indica.

Firenze – TEATRO DI CESTELLO, 24 ottobre 2015.

Benedetta Colasanti

HO FATTO L’UOVO – Ideazione e interpretazione: Cristina Di Sciullo; chitarra: Marco Lascialfari; editor: Francesco Castracane; si ringraziano: Paolo Biribò, Marco Toloni, Francesco Bolli, Antonio Musa, Renato Frattura, Teresa Fallai.

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