“Die Geschichte von Kasper Hauser”, l’ affascinante ma macchinoso gioco teatrale di Hermanis

La suggestione dei burattini viventi ideata dal regista svizzero si infrange contro lo scoglio della disomogeneità drammaturgica

indexMolto affascinante l’idea del regista svizzero Alvis Hermanis di raccontare la storia romanzesca e misteriosa di Kasper Hauser, il giovane vagabondo che nella prima metà del XIX secolo appassionò l’opinione pubblica, e che nei secoli ha poi ispirato scrittori e registi (ricordiamo il film di Werner Herzog che nel 1975 vinse il Gran Premio Speciale della Giuria al Festiva di Cannes). Quale fosse la verità sulla vita di questo giovane che, ritrovato in una strada di Norimberga incapace di muoversi ed esprimersi, grazie all’attenzione che suscitò in alcuni borghesi della città, incominciò a scrivere ed a parlare, a suonare e filosofeggiare, fino ad una morte violenta, nessuno lo ha mai saputo davvero, ed il biglietto che fu trovato vicino al suo corpo agonizzante per le ferite infertagli da un aggressore “Il mostro è divenuto troppo grande per me”, deve aver sicuramente ispirato ad Hermanis in quella che è senza dubbio la vera intuizione per questo spettacolo: far recitare a dei bambini i ruoli dei borghesi, quali burattini in carne ed ossa manovrati ognuno da un “burattinaio” vestito di nero, e solo il ruolo di Kasper dall’adulto e dinoccolato Jirka Zett: lui, il mostro troppo grande per una società di piccoli uomini. Questo che, come dicevamo, è il punto di maggior attrazione e fascinazione dello spettacolo, ne rappresenta, però, anche il maggior limite scenico: i continui bui tra un quadro e l’altro degli oltre trenta dei quali è composta la rappresentazione, rende il tutto piuttosto farraginoso, ed il gioco, dopo un po’ perde di mordente, a favore di una latente quando incisiva noia. A questo va aggiunta, infine, una poco interessante drammaturgia, fatta di brevissimi flash, e qualche importante salto narrativo che rende il tutto poco fluido. Il pubblico, però, ne è restato ugualmente affascinato, dimostrando palesemente di gradire la storia ed il gioco teatrale inventato dal regista.

Gianmarco Cesario

DIE GESCHICHTE VON KASPAR HAUSER

REGIA ALVIS HERMANIS
CON JIRKA ZETT, PATRICK GÜLDENBERG, ISABELLE MENKE, MILIAN ZERZAWY, FRIEDERIKE WAGNER, LUDWIG BOETTGER, CHANTAL LE MOIGN, ROLAND HOFER, DAVID FISCHER, MIRA SZOKODY, SINAN BLUM, LINUS VON SETH, LORENA SCHWERZMANN, CHARLOTTE ZIMMERMANN
SCENE ALVIS HERMANIS
COSTUMI EVA DESSECKER
MUSICHE JEKABS NIMANIS
LUCI GINSTER EHEBERG
DRAMMATURGIA ANDREA SCHWIETER
PRODUZIONE SCHAUSPIELHAUS – ZÜRICH

Share the Post:

Leggi anche