Musica maestro!

Oggi ho avuto l’immenso piacere di scambiare quattro chiacchiere con Demo Morselli, trombettista, arrangiatore, compositore, direttore d’orchestra e personaggio televisivo italiano. Nel corso della sua prolifica e brillante carriera, Demo ha collaborato come arrangiatore e come strumentista con diversi interpreti del panorama musicale nazionale e non; inoltre ha fatto parte del cast di programmi storici quali Buona Domenica e Maurizio Costanzo Show. In tutta l’intervista è emerso il tuo viscerale e profondo amore nei confronti della musica, essenza imprescindibile del suo essere.

Buonasera Demo, cosa avresti fatto se non fossi diventato un musicista?

Buonasera Valerio e buonasera a tutti i lettori di Corriere Spettacolo. Se non avessi intrapreso la carriera da musicista mi sarebbe molto piaciuto andare per mare con una barca a vela, una sorta di navigatore solitario, ovviamente insieme a mia moglie (ride n.d.r.)! Più o meno quello che fa il cantante francese Antoine, che realizza documentari, girando il mondo con la sua barca a vela. Però per fare una scelta del genere ci vuole un gran fegato.

È vero che hai insegnato a suonare la tromba a Jovanotti?

È verissimo! Fui contattato da Claudio Cecchetto, che non smetterò mai di ringraziare, per curare gli arrangiamenti dell’album di Lorenzo Ciao mamma guarda come mi diverto. Jovanotti è sempre stato molto affascinato dalla tromba. All’inizio ci fu un gran lavoro per non farlo desistere. Ci incontravamo un paio di volte a settimana per le lezioni e in quelle occasioni parlavamo di tutto e ascoltavamo Miles Davis: pian piano i risultati vennero a galla e iniziò a suonare la tromba durante i suoi concerti.

Lorenzo è sempre stato un grandissimo ricercatore, ancora me lo ricordo giovanissimo in un tour europeo insieme a Ramazzotti e Pino Daniele nel 1994. Pensa che durante un viaggio di lavoro mi trovavo a Miami dal produttore discografico Emilio Estefan, marito della cantante Gloria Estefan, e in quell’occasione mi fecero i complimenti per i fiati che avevo composto per Penso positivo. Fu una grandissima soddisfazione!

Raccontaci un aneddoto di quando hai lavorato con Ray Charles.

Ray Charles aveva in programma un concerto al Teatro Nuovo di Milano in una serata unica. Per l’evento decise di farsi affiancare da musicisti italiani. Abbiamo fatto le prove il pomeriggio e la sera andò in scena. Lo ricordo come una persona umilissima e disponibile. È un grande personaggio e una grandissima persona, il suo nome appartiene all’Olimpo della musica.

Come è avvenuto il tuo debutto in tv?

Il mio approdo in televisione combaciò con la fine della mia carriera da trombettista! Sempre il grandissimo Cecchetto mi fece incontrare Fiorello, che all’epoca stava cercando una big band per un suo show in televisione su Canale 5. Quel programma realizzò uno share incredibile, lo guardarono più di dieci milioni di persone.

Successivamente fui invitato ad esibirmi come pianista al matrimonio di Giorgio Gori e in quell’occasione incontrai Costanzo con cui iniziai subito dopo a collaborare. Ricordo che dopo la messa in onda di Buona Domenica le persone mi fermavano per strada per farsi le foto e all’epoca mica esistevano gli smartphone (ride. n.d.r.).

Un podio dei tre album preferiti italiani.

Te li elenco a memoria, non in ordine di importanza. Le Nuvole di Fabrizio De André; Lorenzo 1994 di Jovanotti e Sopravvissuti e sopravviventi di Ligabue.

Come ti è sembrata l’ultima edizione del Festival di Sanremo?

Onestamente mi è sembrata molto bella e coraggiosa. Un plauso va a Fiorello che per me è stato superlativo. Sia lui che Amadeus sono stati bravissimi, nonostante una notevole pressione psicologica. Le canzoni che ho ascoltato tendono tutte al futuro, come è giusto che sia: largo ai giovani. Poi avevo scommesso con mia nipote che avrebbero vinto i Måneskin. Sono degli animali da palcoscenico dotati di una grinta incredibile.

Quale concerto che hai ascoltato dal vivo porti nel cuore?

Anche in questo caso te ne indico tre: Sade Adu al Palatenda di Milano; il concerto di Stevie Wonder e quello degli Earth, Wind & Fire. Che ricordi, che musica!

Con quale big del passato avresti voluto suonare?

Mi sarebbe piaciuto tantissimo suonare con Giorgio Gaber, un maestro assoluto. Possiedo tutti i suoi dischi. Quindici anni fa realizzammo con Costanzo un bellissimo tributo alla sua memoria. Non insegnate ai bambini e Com’è bella la città sono brani toccanti e ancora oggi estremamente attuali!

Progetti a cui stai lavorando.

Ho rimesso le mani e sto perfezionando un progetto di dieci anni fa. Insieme al regista Tato Russo vogliamo realizzare uno spettacolo inspirato alla storia di Joseph Merrick, The Elephant Man! La vita di Merrick fu immortalata dal celebre film The Elephant Man diretto da David Lynch nel 1980, tratto dal romanzo The Elephant Man and other Reminiscences scritto da sir Frederick Treves. Pensa che Michael Jackson quando venne a conoscenza della triste storia di Merrick tentò di acquistare il suo scheletro, ma il Royal London Hospital, dove è tutt’ora costudito, non acconsentì. Spero di poterlo mettere in scena quanto prima!

 

La musica scaccia l’odio da coloro che sono senza amore. Dà pace a coloro che sono in fermento, consola coloro che piangono.

(Pablo Casals)

 

Valerio Molinaro

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