“All’apparir del vero”, la danza macabra
di Giacomo Leopardi con la morte

 

“All’apparir del vero”, fulminante titolo tratto da “A Silvia” di Giacomo Leopardi, in scena al Teatro Ztn fino a domenica, e poi al teatro Rostocco di Acerra dal 30 al 31 marzo, torna a raccontare – dopo il successo al Napoli Teatro Festival – le ultime ore del Vate di Recanati. E lo fa con un raffinatissimo intarsio di versi, parole danzate attraverso cui si muovono agili Antonio Piccolo e Melissa Di Genova, nel ruolo della Morte. Desideroso di consegnarsi senza se e senza ma al Tristo Mietitore, il poeta “quasi vecchio” trova l’ultimo guizzo di vita, assaporando una giovinezza mai vissuta, proprio sul filo di lana. Fin quasi a desiderare di restare sull’odiata terra, persino quella natia. Antonio Piccolo scrive e dirige un sinistro carillon di squisita fattura, sfoggiando una prova d’attore di notevolissimo spessore, a cui l’ottima Melissa Di Genova risponde con altrettanta potenza espressiva. Il duetto scorre leggero e denso, senza mai perdere di tono, e le variazioni mimiche sul volto del poeta – ora sofferente e disilluso, ora persino solare nell’estremo, infantile, soprassalto vitale – lasciano il segno. Tra fogli sparsi sul pavimento e poltrone coperte da lenzuola (pronte per ricevere la polvere del tempo, nella notte dell’addio), Leopardi e la Morte instaurano una danza macabra non priva di ironia, meglio se amara. Teatro di lusso, ma senza spocchia. Qualcuno, ai piani alti, prenda appunti.

Antonio Mocciola

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