Si arriva a un punto della vita in cui ci si vuole fare un regalo. Per i suoi trent’anni Jacopo Lupi, apprezzato scrittore ed editore di Sulmona, si è regalato la ristampa del suo romanzo di successo (“Io non amo”, tremila copie nel corso dell’ultimo decennio) e, già che c’era, ha fondato una sua casa editrice, con relativa libreria in pieno centro. Atto di coraggio, in tempi tempestosi come questi. “Devo molto ai miei – precisa – che mi hanno aiutato, in tutti i sensi, in questa difficile impresa. Ma la nostra libreria è diventata un punto di riferimento per un centro che ha visto nascere Ovidio, ma che navigava nell’abulia di tante, scriteriate chiusure, dall’unico cinema fino alla libreria in piazza. Abbiamo cercato di metterci una pezza”. La “pezza” è piaciuta, la libreria Punto e a capo ospita anche un punto ristoro, e il clima è di quelli conviviali di un tempo. “Ho maturato esperienza sul campo – ricorda Lupi – vivendo otto anni a Bologna e lavorando in questo bellissimo e difficile settore. Vorrei essere un editore vecchio stampo, che non succhia soldi agli autori, che legge, valuta ed investe”. Ed ecco dunque il poeta Diego Caiazzo, l’”Implenitudine” di Rita Pasquali e la ristampa di “Io non amo”: “E’ stato bello rileggerlo – afferma Jacopo – ed è chiaro che nel frattempo sono cambiato. Ora sono più riflessivo e molto più sicuro. E sto per pubblicare un nuovo libro, un thriller intinto di giallo. Spero piaccia come il primo”. Tra i suoi gusti letterari, Jacopo Lupo cita Mirko Zilai e John Niven, insieme ai giallisti Alessio Romano e Massimo Carlotto , “ma mi ha folgorato la lettura di “Una storia semplice” di Sciascia, mentre vorrei tanto pubblicare qualcosa dello storiografo musicale Andrea Del Castello, che stimo moltissimo”. Si definisce “curioso, permaloso e testardo”, e intanto è pronto alla prossima sfida, rimettere il libro al centro dell’attenzione, tra mille store di smart-phone e inutili rivendite di stracci. La missione di un poeta.
Antonio Mocciola
