Il protagonista del Cango si esibisce al Teatro della Pergola con un’opera a tutto tondo.
Virgilio Sieni raddoppia ad “Umano_Cantieri Internazionali sui linguaggi del corpo e della danza”, progetto nato dalla collaborazione tra Cango e Teatro della Toscana, con un secondo spettacolo dopo “Le sacre”. Il 27 ottobre è andato in scena “Angelus Novus”, seconda creazione per “Umano”, nel Saloncino del Teatro della Pergola.
Nella predisposizione alla sperimentazione di “Umano”, incentrata sulla danza contemporanea e sul corpo dell’uomo, “Angelus Novus” si ispira al saggio di Walter Benjamin sull’omonimo quadro di Paul Klee. Virgilio Sieni, partendo dalle considerazioni del filosofo, trasposta l’Angelus nella realtà terrena, impura, peccatrice, creando un contrasto tanto arcaico quanto attuale e radicato nella realtà del presente. Nel passato più remoto la musica e la danza erano l’essenza primordiale dello spettacolo, ma anche, e soprattutto, del culto e dei riti ad esso connessi. Più avanti, nell’acquisizione di musica e danza tra le arti codificate, si iniziò a distinguere movimenti e suoni alti, paradisiaci e apollinei da quelli bassi, terreni e dionisiaci. Una danza concitata e una musica rumorosa potevano portare gli spettatori allo smarrimento dei sensi, al peccato, all’allontanamento del Paradiso, per appartenere per sempre agli inferi. Oggi il culto, il timor di dio, la paura dell’Inferno, non sono più l’ago della bilancia nella vita dell’uomo; certo continuano ad essere presenti nella nostra genetica, ma la distinzione tra bene e male è ormai poco netta e nitida. L’arte di ogni epoca è specchio del vivere della stessa epoca: l’eterogenea vita del secondo millennio si può specchiare in un’arte altrettanto eterogenea come anche quella di Sieni, che unisce danza, musica e mimica.
Ballerini, professionisti e non, si esibiscono nello stesso grande spazio, accompagnati dal suono di una chitarra elettrica e da una serie di strumenti a percussione, suonati dagli stessi performers. Il pubblico non è, come di consueto, seduto davanti ad un palco, ma è libero di muoversi intorno ad un’area scenica, che può essere ammirata da molteplici punti di vista. La performance è originale e a tratti stupefacente. Bambini, anziani, ragazzi, adulti, cooperano, interagiscono, creando un effetto sensazionale. Sono esseri ultraterreni che arrivano sulla terra, entrando in contatto col peccato che, nei tempi antichi, era collegato proprio agli strumenti a percussione. Si distinguono i ballerini della compagnia di Sieni che risaltano, con le loro evoluzioni, tra la massa di angeli che li circondano e preparano loro la strada. È, insomma, l’accordo di pace tra il mondo terreno e un mondo che potremmo chiamare divino o incontaminato dalla nostra caotica esistenza, che ritroviamo una volta usciti da teatro. “Angelus Novus” è un’arte da paradiso terrestre, in bilico tra la corporeità dell’umano e la fluidità della sua stessa mente. Un’idea davvero fresca e nuova, ma forse ancora troppo acerba per la durata di un’ora, lasso di tempo che arriva a confondere il pubblico, tanto da farlo sbuffare ad un certo punto della performance, ma anche da farlo esultare al termine: felicità di andare finalmente per i fatti propri o effettiva oscillazione tra sentimenti contrastanti? Quest’ultima soluzione è sicuramente l’ingrediente essenziale per un’arte sperimentale.
Firenze – TEATRO DELLA PERGOLA, 4 novembre 2015.
Benedetta Colasanti
ANGELUS NOVUS – Ideazione e coreografia: Virgilio Sieni; assistente alla coreografia: Marina Giovannini; musica: Roberto Cecchetto (eseguita dal vivo); danzatori: Jari Boldrini, Ramona Caia, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu; altri interpreti: Otto Bianchini, Matteo Bianchini, Elia Bianucci, Sonia Bieri, Greta Canalella, Giuseppe Comuniello, Graziano Giachi, Chiara Lazzerini, Gregorio Lombardo Vallauri, Ada Mizzi, Alma Portone, Maria Szydlowska, Ilaria Tocchi, Elena Turchi; produzione: Teatro della Toscana; in collaborazione con: Accademia sull’arte del gesto; si ringrazia: Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni di Livorno.