Quando parola e musica si congiungono in un appassionante messaggio di solidarietà
Non è incongruo utilizzare il nobile, antico termine “melologo” (peraltro richiamato da Enrico Fink nel programma di sala) per introdurre Occident Express, uno spettacolo creato da Ottavia Piccolo, in felice simbiosi artistica con lo stesso Fink, su testo di Stefano Massini.
Perché non si tratta semplicemente di un monologo, ben scritto e ben recitato, con un’adeguata colonna sonora, ma di un oggetto teatrale, di notevole impatto spettacolare ed emotivo, che sfugge alle categorie tradizionali.
La parola e l’immagine (ambedue improntate al massimo, essenziale rigore), si sposano e si intrecciano con una partitura musicale, eseguita dal vivo da un complesso multietnico, sia con gli strumenti classici della cultura occidentale (archi, legni, grancassa), sia con oud, cümbüs, bouzouki, propri della tradizione del Mediterraneo orientale che, esaltando il respiro universale del messaggio etico, ne trascende la contingenza storica.
Ottavia porta ormai da anni, con ineguagliabile eleganza i suoi corti capelli bianchi, ma nel suo viso è rimasto qualcosa dei tratti infantili che la caratterizzavano nel doppio ruolo di Cordelia e del Fool, nella storica edizione strehleriana del Lear: ricordiamo con tenerezza la lunga chioma della figlia ribelle, i capelli raccolti sotto la cuffia del Matto.
Qui fa propria la figura di Haifa, una vecchia di Mosul, e ci restituisce la sua fuga senza fine dai disastri della guerra, per mare e per terra. Haifa non è un personaggio di fantasia: la sua storia è finita sulle pagine dei giornali e nei siti web ma, nella felice combinazione creativa dei tre artisti, assurge a simbolo di tutte le odissee, antiche e contemporanee prodotte dalla violenza ottusa, dal cinismo di una società che sembra aver dimenticato ogni umana solidarietà.
Questa deriva etica, sulla spinta di una canea traboccante dai social, sembra essersi rafforzata negli ultimi tempi. Sarebbe bello se la settimana di repliche di Occident Express, prevista al Teatro Grassi di Milano a metà ottobre, consentisse una qualche resipiscenza in coloro che, di fronte alla irrefrenabile, dolorosa migrazione che sta interessando il nostro pianeta, preferiscono voltare la testa dall’altra parte, o compiacersi nella reiterazione acritica di farneticanti slogan razzisti
Claudio Facchinelli
Occident Express (Haifa è nata per star ferma), uno spettacolo cura di Enrico Fink e Ottavia Piccolo.
Con Ottavia Piccolo e l’orchestra Multietnica di Arezzo
Gianni Micheli: clarinetti e fisarmonica
Massimo Ferri: oud, cümbüs, bouzouki, chitarra
Luca Roccia Baldini: basso e contrabbasso
Leidy Natalia Orozco: Viola
Maria Clara Verdelli: violoncello
Massimiliano Dragoni: salterio e percussioni
Enrico Fink: flauto
Musica composta e diretta da Enrico Fink
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Officine della Cultura
Visto al Teatro Verga di Catania l’11 aprile 2018