Incorniciato dal suggestivo cortile del Maschio Angioino, Aurelio Gatti rilegge il mito di Clitemnestra in una serata speciale di fine estate. Accompagnato in scena da Cinzia Maccagnano e Luna Marongiu, Gatti con “Geometrie della passione” indaga a passo di danza nella psiche di una donna divenuta sinonimo di passione e sentimenti estremi, e invece qui oggetto di lucida analisi e interessanti sfaccettature. Sul palco, attorno all’unica attrice parlante, la Clitemnestra dell’ottima Maccagnano, si muovono Agamennone (Gatti, elegante e austero) e Cassandra (la Marongiu, sirena sinuoso). Se la storia é noto, molto interessante e coinvolgente risulta la messa in scena, accarezzata dalle luci di Stefano Stacchini e dall’emozionante scelta musicale dai repertori di Corelli, Grieg, Mahler e Tartini, che Gatti assembla e vivifica con estremo gusto, aggiungendo e togliendo dramma attraverso una drammaturgia asciutta e nello stesso tempo densissima, e grazie anche, va detto, alla straordinaria performance di Cinzia Maccagnano, ipnotica e pirotecnica vestale. Il racconto va, sinuoso e coerente fino al suo apice, risolto con eleganza da Gatti senza nulla concedere a derive mélo, ma anzi lasciando intatte domande e perplessità sulla natura di un personaggio ancora pieno di possibili, sorprendenti analisi future.
Maria Nolli