Un film racconta il “barbonaggio teatrale” di Ippolito Chiarello

Anteprima il 26 Febbraio al Nuovo Cinema Elio di Calimera (LE) di “Ogni volta che parlo con me”

barboleccepartenzaDal teatro alla strada, dalla strada… al cinema. Un film – “Ogni volta che parlo con me” – per raccontare la straordinaria avventura dell’attore salentino Ippolito Chiarello, dal 2009 in giro per l’Europa con il suo “barbonaggio teatrale”: la proposta artistica di vendere gli spettacoli, a spezzoni, per strada e luoghi altrimenti non deputati alla scena. Nell’atto di ridare il teatro alla gente, al pubblico, restituire il contatto diretto, il coinvolgimento al di là delle confezioni per pubblico ‘colto’. Rinnovare il patto tacito condiviso tra attore e platea depurato da convenzioni di sorta, riportarlo a un livello carnale, empatico.

Ognivoltacheparloconme_BACKSTAGE_FotoELENARICCARDO_smallIl grande schermo per la sintesi poetica di un progetto artistico e un percorso umano, indagine “empirica” sull’uomo, sull’artista e sulla possibilità di cambiamento che ridia dignità al lavoro e alla vita. Culmine (o tappa in itinere) di un progetto nato dall’urgenza di rappresentare il disagio contemporaneo, quello dell’artista-individuo costretto all’esilio – da se stesso, dal lavoro – se fuori dai sistemi assunti a modus operandi del panorama teatrale italiano. Una scelta maturata dopo una lunga e importante esperienza sui palcoscenici d’Italia – formatosi con la compagnia leccese Koreja, dal 2004 fondatore dell’associazione culturale “Nasca Teatri di Terra” e a prestito di registi e compagnie, recita con Claudio Santamaria, Giorgio Barberio Corsetti, Teresa De Sio, Negramaro, Sud Sound System, Almamegretta, tra gli altri – in seguito a una presa di coscienza sull’efficacia del trasposto scenico pensato esclusivamente per un approdo ufficiale, per addetti ai lavori, distante dal pubblico. Decide di rappresentare i suoi spettacoli tra la gente aprendo le serate ufficiali del Festival “Castel dei Mondi” di Andria, nel 2009. Comincia così il suo “barbonaggio teatrale”, giungendo nelle capitali di tutto il vecchio continente.

Londra, durante le riprese del filmScritto da Ippolito Chiarello, Matteo Greco e Michele Santeramo – Premio della critica 2013 – , diretto da Matteo Greco, con Ippolito Chiarello  (e l’amichevole partecipazione del critico Mario Bianchi) il lungometraggio “Ogni volta che parlo con me” condivide le tappe di questo viaggio: “Un uomo, un attore e il suo personaggio in un camerino in un teatro” – si legge dalla sinossi ufficiale – “Un viaggio a piedi attraverso tutta l’Europa. Un personaggio al tempo stesso ironico e tragico, quasi alla maniera di un’icona di Almodovar, perduto in mezzo a panni, scarpe, cellulari, strada, semafori, disseminati nelle sue giornate, dà vita ad un arcipelago del naufragio, habitat di un pensiero in fuga da se stesso. E’ continuamente in bilico tra i suoi stessi pensieri che scorrono, spesso sussurrati, e bombardato da stimoli esterni che lo riportano a quel quotidiano da cui sta scappando, in un soliloquio agitato e dalle aperture comico-paradossali, sottolineate da un’audace colonna sonora ‘raccolta’ sulla strada. Parte da un non luogo e forse, senza nemmeno deciderlo, si ritrova in viaggio. Cammina, arriva nelle città, si insedia nelle piazze, vende a pezzi il suo spettacolo, incontra artisti di quelle città, che si raccontano, visita le case e vive i luoghi pubblici con l’intenzione di affermare la sua esistenza.”

Condivisione a largo raggio di una riflessione comune: diffondere e amplificare il senso essenziale di un fare artistico relegato, frequentemente e ancor di più recentemente, all’idea di compiacere esclusivamente spettatori elitari per approdi gloriosi. Dimenticando, più o meno volontariamente (o piuttosto per contingenza sistematica)  la dimensione pura del teatro.

Emilio Nigro

 

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