Teatro di narrazione al femminile con il monologo di Elisa Porciatti, ex bancaria senese della Monte dei Paschi.
«Quanto manca alla fine?», è quello che si chiede Vera, anziana commerciante della città. Ma è la domanda che si sono posti tutti in quel giugno 2012 quando venne approvato il nuovo piano di riassetto del gruppo Monte dei Paschi di Siena improntato alla riduzione dei costi. Il 2011 si era chiuso con una perdita netta di oltre 4 miliardi di euro: un collasso improvviso agli occhi dei più. La giovane attrice-regista Elisa Porciatti racconta la vicenda dalla prospettiva di chi quei fatti di cronaca li ha vissuti da vicino nel suo spettacolo “Ummonte”, recitato su invito di FISAC CGIL e FILCAMS CGIL nella sede della Camera del Lavoro di Firenze in Borgo dei Greci, in quel Palazzo Peruzzi appartenuto alla famiglia dei banchieri fiorentini dal XIII fino al XVIII secolo, quando fu venduta ai Bourbon del Monte. Il monologo, scritto, diretto e interpretato dall’attrice senese, ha ricevuto la menzione speciale al Premio Scenario 2013 ed è stato selezionato nella sezione “agitatori di coscienza” al Festival Tramedautore al Piccolo Teatro Grassi di Milano, dove andrà in scena il prossimo 28 settembre.
Ex bancaria della Monte dei Paschi, un destino professionale toccato a molti suoi coetanei, Elisa ha poi deciso di rincorrere il suo sogno di attrice lasciando quel posto di lavoro sicuro. Grazie alle testimonianze di tanti colleghi, alcuni dei quali in scena con lei alla fine dello spettacolo per narrare la propria esperienza (bancari, guardie giurate, lavoratori dell’appalto e pulizia), Porciatti ha scritto un testo intimo, pur parlando di un caso noto a tutti. Narratore è la piccola Zoe che osserva con i suoi occhi da bambina la vita della sua città all’ombra del “Monte”. Una banca che rappresenta la ricchezza, la fama e la fortuna dell’intera comunità, come in un rapporto genitore-figli dove il primo ha il compito di proteggere i secondi per sempre. Ingenuamente Zoe ascolta le parole infervorate del suo amico “Ummonte”, figlio di “Babbo Monte”, che ama i numeri “ummonte” (espressione tipica toscana), passa il tempo a impilare le 20 lire del ’74 e da grande desidera firmare le banconote. È ancora una ragazzina, ma anche da adulta continuerà a non comprendere i meccanismi economico-finanziari di cui parla il suo amico, specie quando i conti non torneranno più neanche a lui. Elisa/Zoe si fa voce dei personaggi che abitano quella piccola cittadina ferita, come la vecchia Vera, la quale assiste incredula a quello che sta accadendo.
L’ironia con cui l’attrice procede nel suo racconto ci mostra la fragilità di chi subisce la Storia, di chi suo malgrado è coinvolto in uno scandalo colossale. Il “crollo del Monte” è più di un affare economico, per le strade di Siena si respira la paura di chi non sa come andrà a finire, perché in gioco c’è un’intera cittadinanza che ha perso la sua stabilità. È un’occasione personalissima per riflettere sul rapporto di amore e odio tra padre e figli, su quel senso di riconoscimento e risentimento insieme che spesso anima chi, nonostante la tenera età, capisce che qualcosa non sta andando come doveva, ma spera che lui, “il babbo”, sia sempre in grado di rimediare. La Banca Monte dei Paschi di Siena è nata nel 1472 come Monte di Pietà per dare aiuto alle classi disagiate senesi, da allora ha sempre rappresentato il fiore all’occhiello per i cittadini, il loro futuro. Con la sua crisi ogni certezza sembra svanita. E il teatro, grazie al lavoro di Elisa Porciatti (interprete vigorosa e intensa), diventa un luogo dove riappropriarsi della propria storia personale e del proprio dolore, per andare oltre le paure e creare un clima di condivisione che sia rinascita per il domani.
Firenze – Camera del Lavoro, 11 settembre 2014
Mariagiovanna Grifi
UMMONTE – Regia: Elisa Porciatti; Autore: Elisa Porciatti; Interprete: Elisa Porciatti.