Napoli, teatro Il Primo, l’impossibile, o meglio l’improbabile, si realizza ad opera di Pippo Cangiano autore e regista de “ La stanza dei sogni possibili”- prodotto da Anphoras Produzioni, aiuto regia Riccardo Citro, costumi Annalisa Ciaramella, scene Federica del Gaudio, disegno luci Arturo Scognamiglio, direttore di scena Enrico Scudiero.
Sul palcoscenico vediamo alternarsi due storie di incontri “fortuiti” quella di Nasillo con un misterioso sequestratore, e quella di Bianca con la giovane badate Jula. Fortuiti tra virgolette, perché le vite di questi personaggi, apparentemente così lontane, in realtà sono legate già da moltissimo tempo. Da questo incontro scontro l’impossibile diventa, così, inevitabile. Strade che ormai sembrano giunte ad un vicolo cieco vengono deviate verso un inaspettato equilibrio, verso un futuro inimmaginato.
Nasillo è un ragazzo diversamente abile, che rimasto solo dopo la recente morte della mamma, ritroverà suo padre biologico nel sequestratore che lo costringe in casa. Bianca invece, è una giovane e bella donna purtroppo vedova e costretta sulla sedia a rotelle che si trova a assumere quella che si scoprirà essere l’amante del suo defunto marito.
Intrighi quasi da telenovela, se non fosse per i personaggi disegnati con grande attenzione, per mondi psicologici tutt’altro che vacui e per l’ironia e l’intelligenza dei serrati dialoghi, vero e proprio motore dell’azione. E’ infatti la parola che salda i rapporti tra i personaggi, e, ancora più importante, è tramite la parola scritta o parlata che i personaggi ed il pubblico vengono a conoscenza dei segreti che cambieranno la vita dei protagonisti. La struttura delle due storie è molto simile: una simmetria, questa, che l’autore ha costruito per dare l’impressione che, in fondo, la storia sia una, come è unica la “stanza” a cui fa riferimento il titolo. Se questo fine, è stato ottenuto dalla struttura drammaturgia e dalla tensione, che i bravissimi attori hanno saputo tenere alta fino alla risoluzione delle due storie, il suo completo raggiungimento è inficiato da una scenografia girevole mal riuscita, che rallenta l’effetto “zapping” o “pausa pubblicitaria” attribuibile ai bui che separano le varie scene. Tali bui rischiano di creare un breve momento di distrazione, facendo perdere il filo degli accadimenti delle due storie, sopratutto (altro piccolo appunto) di quella di Nasillo che presenta anzi, dei punti non sempre lineari. Nonostante ciò, i quattro interpreti, Pippo Cangiano, Fabio Balsamo, Lorenza Sorino e Angela Panico hanno dato corpo egregiamente a quei mondi psicologici e umorali nati dalla penna dello stesso Pippo Cangiano, meritandosi assolutamente il lungo applauso del pubblico.