“Pelleas e Melisande”, l’ultimo capitolo di “Poiesis”

La nuova produzione di Abbondanza/Bertoni in apertura di stagione al Teatro Florida di Firenze

È la Compagnia Abbondanza/Bertoni ad aprire la stagione 2019-2020 del Teatro Cantiere Florida di Firenze. In scena il balletto definito cine-coreografico e dedicato alla vicenda di Pelleas e Melisande.

Pelleas e Melisande” conclude il progetto “Poiesis”: è la terza e ultima parte della trilogia che prende il nome dal verbo greco poieo e le mosse dal relativo significato: fare, inventare, comporre, più in generale produrre poesia. Il primo scopo di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni è quello di visualizzare la musica, quella di Schubert, di Mingus e infine di Schönberg, attraverso corpi danzanti liberi da preconcetti. Dopo “La morte e la fanciulla” ed “Erectus”, questo terzo capitolo di “Poiesis” prende tematicamente spunto dal poema sinfonico di Arnold Schönberg, “Pelleas und Melisande” (1902), a sua volta basato sul testo simbolista di Maurice Maeterlinck che solo dieci anni prima aveva già ispirato Debussy e che nel 1905 sarà musicato anche da Sibelius. Tra le tematiche il triangolo amoroso, l’amore proibito; in una parola, il dramma.

Ma la danza non si ferma alla trama: attraverso un doppio filo narrativo, Abbondanza e Bertoni propongono una lettura su più livelli. Come di consueto la coreografia abita lo spazio scenico: rendendo visibile e potenzialmente tangibile la partitura musicale, i corpi sono fortemente espressivi ed evocativi della storia. Sul proscenio un telo semi-trasparente che rende la fruizione della coreografia filtrata e meno immediata; sul telo è proiettato un video che, se è il motivo di un certo distacco emotivo tra scena e pubblico, è anche portatore di una dimensione intima che permette di conoscere i personaggi più da vicino. Non è un velo di Maya ma l’esatto opposto, lo svelamento sincero di una verità profonda. Dalla sovrapposizione delle due visioni si ottiene una terza prospettiva, definita dai coreografi rischiosamente poetica e propria degli spettatori più coraggiosi e attenti. L’uso del velo e delle proiezioni video non è novità assoluta nella danza contemporanea; originale è invece il fatto che la coreografia sia filtrata dall’inizio alla fine: le proiezioni psichiche dei personaggi verranno meno solo nel momento della tragedia, nell’attimo finale della performance. Quella di Sebastiano Luca Insinga e Simone Cargnoni è una regia notevole e, così come l’inconscio umano, cruda e scioccante; particolarmente forte l’immagine di tre pesci in agonia, forse a simboleggiare il malessere dei protagonisti i quali, in un banale dramma quotidiano, vivono un incubo. La presenza del velo sembra inoltre una strategia per riproporre una favola legata ai nomi di grandi artisti della storia in maniera gentile, chiedendo il permesso.

Oltre al trattamento del concetto, ciò che è da apprezzare in questo nuovo lavoro è la ricerca del movimento: si tratta di una danza degna del proprio nome che non nasconde l’attenta preparazione e la forza di un sodalizio pluriennale. Abbondanza e Bertoni collaborano dal 1989 andando in cerca di sempre nuove forme corporee e coreografiche senza prescindere da esperienze formative forti (Alvin Nikolais, Dominique Dupuy, Carolyn Carlson). Degno di nota anche il sound designer Philippe Gozlan che amalgama la musica di Schönberg con suoni e rumori inediti e funzionali alla messinscena e tuttavia trattando la musica originale, che dobbiamo ricordare essere di avanguardia o, meglio, di rottura, con profondo rispetto.

Firenze – Teatro Cantiere Florida, 26 ottobre 2019.

Benedetta Colasanti

PELLEAS E MELISANDE – Regia e coreografia: Michele Abbondanza e Antonella Bertoni; con Eleonora Chiocchini, Cristian Cucco e Michele Abbondanza; musiche: Arnold Schönberg; liberamente ispirato all’omonimo dramma di Maurice Maeterlinck; disegno luci e direzione tecnica: Andrea Gentili; collaborazione al progetto: Danio Manfredini; produzione video: Jump Cut; realizzato da Sebastiano Luca Insinga e Simone Cargnoni; sound design: Philippe Gozlan; make up artist: Lucia Santorsola; organizzazione: Dalia Macci; amministrazione e ufficio stampa: Francesca Leonelli; produzione: Compagnia Abbondanza/Bertoni; con il sostegno di MiBAC – Direzione generale per lo spettacolo dal vivo, Provincia autonoma di Trento – Servizio attività culturali, Comune di Rovereto – Assessorato alla cultura; si ringrazia: Tommaso Monza.

Share the Post:

Leggi anche