“Le sorelle Macaluso”, una tragica immagine familiare

647_Le Sorelle Macaluso foto di Carmine Maringola-13

 

Cities on stage/Villes en scène è un progetto quinquennale intrapreso dal Théâtre National di Bruxelles, sostenuto dalla Comunità Europea il progetto – che ha come tema portante la convivenza umana all’interno delle grandi città – coinvolge altri cinque teatri del vecchio continente: il Teatro stabile di Napoli, l’Odéon Théâtre de l’Europe di Parigi, il Teatrul National Radu Stanca di Sibiu, il Folkteatern di Göteborg e il Teatro de l’Abadìa di Madrid. Dal 2011 i suddetti teatri collaborano da un punto di vista produttivo e professionale. I registi di riferimento prescelti sono il belga Fabrice Murgia, gli svedesi Lars Norén e Sofia Jupither, Joël Pommerat e Olivier Py  rappresentano la Francia, Gianina Cărbunariu è testimone della Romania, Antônio Araújo arriva dal Brasile, e per l’Italia vi è Emma Dante. In questi cinque anni sette produzioni hanno attraversato e attraverseranno ancora l’Europa; dopo Exils di Fabrice Murgia e La Réunification des deux Corées di Joël Pommerat che hanno rispettivamente debuttato al Mercadante di Napoli nel giugno 2012 e al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa nel giugno 2013 – entrambi nell’ambito del Napoli Teatro Festival – questo gennaio 2014 è il turno de Le sorelle Macaluso, terzo impegno produttivo dello stabile partenopeo all’interno del progetto che porta la firma di Emma Dante.

Le sorelle Macaluso è uno spaccato familiare o meglio una tragedia familiare, una famiglia siciliana costituita appunto da sette sorelle; donne avvolte nel lutto, nel dolore, nel rancore, in vecchi dissapori, in rivalità mai sopite, in assenze affettive. Emma Dante, autrice e regista della messinscena non abbandona la sua intensa cifra stilistica. La scena è vuota e buia, sull’arco di proscenio vi sono degli scudi-altari votivi, entra la prima sorella sul palco danzando, si sta celebrando il suo funerale, lentamente e compatti entrano gli altri personaggi, camminano in gruppo muovendosi tutti allo stesso modo attraversando il palcoscenico in lungo e in largo; l’immagine è di bauschiana memoria, e sin da subito si percepisce la fase laboratoriale sulla quale è stato costruito lo spettacolo. Le sorelle si fermano sul proscenio, il resto del palcoscenico resta buio, affidandosi ai ricordi raccontano i loro lutti, probabilmente mai elaborati del tutto; cosicché i morti si materializzano. Rivelano anch’essi i loro drammi, le loro passioni mancate e vengono confinati sul fondo della scena, illuminati da una luce soffusa ma calda reiterano gesti connotativi in modo ossessivo. Emma Dante lascia parlare i corpi  che attraverso movimenti perfetti, e sostenuti da luci mai lasciate al caso, creano immagini evocative e d’impatto. Gli attori: Serena Barone, Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Italia Carroccio, Davide Celona, Marcella Colaianni, Alessandra Fazzino, Daniela Macaluso, Leonarda Saffi, Stephanie Taillandier, sono tutti impeccabili.

Luci, corpi, movimenti inappuntabili, gesti ripetuti, un dialetto stretto e coinvolgente, questa è la cifra stilistica di Emma Dante, riconoscibile, sempre intensa e mai deludente, un teatro d’immagine e di parola, quest’ultima però questa volta ha lasciato purtroppo più spazio alla prima dando vita a un leggero disequilibrio.

Mariarosaria Mazzone

Teatro Mercadante 22/01/2014

Testo e regia Emma Dante

con Serena BaroneElena BorgogniSandro Maria CampagnaItalia CarroccioDavide CelonaMarcella ColaianniAlessandra FazzinoDaniela MacalusoLeonarda SaffiStephanie Taillandier
luci Cristian Zucaro
armature Gaetano Lo Monaco Celano
foto Carmine Maringola

produzione Teatro Stabile di NapoliThéâtre National (Bruxelles), Festival d’AvignonFolkteatern (Göteborg)
in collaborazione con Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale

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