“L’azione del silenzio”: viaggio teatrale itinerante nel Monastero della Certosa di Firenze

Giunto all’ottavo anno di repliche l’imperdibile spettacolo della Compagnia delle Seggiole alla Certosa del Galluzzo.

DSC_2147«Riteniamo che nulla sia più faticoso negli esercizi della vita religiosa della quiete, del silenzio e della solitudine». Così si esprimeva Guigo di Saint-Romain, quinto Priore della Grande Chartreuse, nel redigere le regole del neonato Ordine dei Certosini tra il 1121 e il 1128. Un’affermazione che, nel 2007, ha suggerito a Giovanni Micoli e alla Compagnia delle Seggiole l’idea di un viaggio teatrale all’interno della Certosa del Galluzzo, alla riscoperta non solo di un importante monumento storico, ma anche della vita che qui si conduceva. Uno spettacolo suggestivo, che da otto anni a questa parte registra il tutto esaurito e che, dal 2013, viene riproposto con successo anche nella Certosa monumentale di Calci (Pi).

_MDN4029Poco conosciuto e frequentato dagli stessi fiorentini, il bel complesso del Galluzzo merita di essere rivalutato. Situato sulla sommità del Monte Acuto, fu voluto e ampiamente finanziato da Niccolò Acciaioli (1310-1365), personaggio di spicco dell’ambiente politico ed economico trecentesco, e venne costruito a partire dalla metà del XIV secolo. Salvo una breve pausa durante l’epoca napoleonica, fu abitato dai Certosini fino alla fine dell’Ottocento, quando divenne di proprietà dello Stato Italiano e in breve tempo passò sotto il controllo dei Cistercensi, che ancora vi risiedono. Ed è proprio un monaco cistercense, Padre Sisto, che da anni vive in una delle sue celle, a guidarci nella visita, svelandoci, ambiente dopo ambiente, la storia, l’arte e la cultura della Certosa. Una guida preziosa, non solo per la sua approfondita e accurata conoscenza del Monastero, ma anche e soprattutto per la passione che trapela dalle sue parole e che arricchisce le emozioni del nostro viaggio.

02 - Marco FantechiLungo il percorso incontriamo varie figure del presente e del passato che ci raccontano la storia dell’edificio e, nel contempo, la difficoltà e il valore di una scelta di vita estrema come quella dei Certosini. Sul piazzale antistante la Chiesa ci accoglie un simpaticissimo ‘inserviente’ (Mario Altemura) che ci rende partecipi, con la comicità tipica del toscano popolare, della storia della fondazione del Monastero, non senza qualche retroscena, come l’origine del Palazzo Acciaioli, situato sull’angolo meridionale della cinta muraria della Certosa. Poi, mentre visitiamo la Chiesa vera e propria, un accorato monologo di Beatrice Faldi ci introduce il punto di vista di chi quella scelta la subisce, sentendosi abbandonato dalla persona amata e comprendendo solo in parte la volontà dell’altro di una vita eremitica. Una decisione dura, quella della clausura, dove silenzio, meditazione e raccoglimento vanno di pari passo. Una decisione che, nei sette anni previsti dal noviziato, è indubbiamente accompagnata da dubbi e pentimenti.

Certosa 137Alcuni di questi possono essere condivisi con il Priore (Fabio Baronti), e la saggezza e l’autorevolezza di quest’ultimo può aiutare a superarli. Ma la lotta più dura, quella contro le tendenze egoistiche del cuore umano, va affrontata in solitudine, come svelano le intense parole di un novizio in crisi (Luca Cartocci). Quando l’anima, finalmente libera, incontra Dio, la ricompensa è grande e il monaco che ormai ha pronunciato i voti definitivi (Marcello Allegrini) non può che ammettere che: “benché nei primi tempi tacere possa essere una fatica, gradualmente, se saremo stati fedeli, dallo stesso nostro silenzio nascerà in noi l’attrattiva verso un silenzio ancora maggiore”. Una scena particolarmente coinvolgente, quella della rivelazione della giustezza della vocazione, e che durante la nostra visita si è arricchita di effetti speciali. I tuoni in lontananza annunciavano l’arrivo di un temporale e il vento sollevava le vesti dell’attore, appoggiato al pozzo al centro del Chiostro più interno, mentre i lampi lo illuminavano, quasi a voler sottolineare l’importanza delle sue parole.

MBE_5638Bisogna però ammettere che a poco è valso l’invito del regista a «intraprendere questo breve, ma speriamo intenso, viaggio notturno all’interno di questo Monastero con il serio intento di non parlare mai con nessuno, non commentare quindi niente ma fare semplicemente silenzio intorno e dentro di voi. Sarete quindi, se ci riuscirete, solitari in comunità, regola fondante dell’Ordine dei Certosini». La simpatia degli attori della Compagnia e la vicinanza con loro rendono impossibile non interagire. Un sorriso, una battuta, uno scambio di emozioni sono inevitabili. Alla fine del cammino abbiamo comunque la sensazione di aver ricevuto un dono,  quello di aver riscoperto, in una società caotica e rumorosa come quella in cui viviamo, l’importanza del silenzio e della solitudine per riuscire a rientrare in contatto con noi stessi.

Per chi volesse approfittare dell’imperdibile occasione, gli spettacoli proseguiranno fino al 18 luglio alla Certosa del Galluzzo (con due partenze a sera: 20.45 e 22.00 per un massimo di 45 persone) e, dal 24 al 26 luglio, alla Certosa Monumentale di Calci. Si possono trovare tutte le informazioni sul nuovo sito della Compagnia: http://www.lacompagniadelleseggiole.it

FIRENZE – Monastero della Certosa del Galluzzo, 08 luglio 2014.

Lorena Vallieri

L’AZIONE DEL SILENZIO. Viaggio teatrale itinerante all’interno del Monastero della Certosa del Galluzzo – Testi e regia: Giovanni Micoli; Direttore di scena e progetto luci: Fabrizio Rosazza; Costumi: Cosimo Alcarese.
Interpreti: Marcello Allegrini, Mario Altemura, Fabio Baronti, Luca Cartocci, Beatrice Faldi; Con la partecipazione straordinaria di Padre Sisto.
Foto: Marco Fantechi, Gaetano Catalano.

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