Ancora una riflessione sulla città-metropoli attraverso il racconto di Francesco Dal Co, ospite di “Nel Chiostro delle Geometrie”.
Alcuni luoghi portano con sé le storie di cui sono stati scenario, come se non potessero più liberarsi di quei fantasmi che li hanno popolati e che, in un certo senso, li hanno resi pulsanti di vita. La conferenza spettacolo di Francesco Dal Co, storico dell’architettura all’Università IUAV di Venezia e direttore della rivista «Casabella», rende Madison Square protagonista indiscussa nella vicenda che ha coinvolto l’architetto Stanford White, la bella Evelyn Nesbit e il marito di lei Henry Thaw. “L’assassinio dell’archistar” scritto e letto da Dal Co, ospitato nel chiostro di Santa Verdiana di Firenze per il progetto “Nel Chiostro delle Geometrie” voluto dal Teatro Studio Krypton di Scandicci e dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze (DIDA), narra le vicende storiche, sociologiche e urbane della celebre piazza newyorkese: sui pannelli ai lati dello spazio scenico – creato per l’occasione – scorrono le immagini degli edifici che un tempo circondavano la piazza e dei personaggi di questa intrigante storia. Dopo “La signorina Metrò” di Enzo Fileno Carabba andato in scena due giorni prima, il chiostro torna ad animarsi, riproducendo il senso della folla, della vita che scorre, grazie alle presenze degli studenti del laboratorio di teatro/architettura, i quali passeggiano, leggono, si incontrano in quella città metropolitana tanto agognata e di cui New York è il simbolo.
Dal Co, accompagnato dal pianista Andrea Allulli, si sofferma sui momenti in cui tutto ha avuto inizio, partendo dalla costruzione della torre del Madison Square ad opera del famoso architetto Stanford White, la quale completava l’architettura di quel “palazzo dei piaceri” atto a ospitare spettacoli e divertimento. In cima alla torre era rappresentata Diana con il suo arco, pronta a scoccare la freccia verso la metropoli che si cominciava a costruire: musa ispiratrice della divinità era stata Evelyn Nesbit (conosciuta dall’architetto nel 1901), la donna più bella e desiderata di New York, modella preferita dagli artisti della città, poi ballerina e attrice di Broadway. I rapporti tra Evelyn e l’archistar White divennero presto intimi. I due si incontravano proprio sulla torre e, tra un bicchiere di champagne e l’altro, Evelyn era solita dondolarsi su quell’altalena di velluto rosso dove si dice che l’architetto amasse osservare donne nude o seminude (immagine che ha ispirato il film “L’altalena di velluto rosso” del 1955, in cui la Nesbit è interpretata da Joan Collins). Pare che una sera la giovane, 16enne e ancora vergine, fosse svenuta per il troppo bere e che White avesse approfittato di lei: da allora era diventata la sua amante. Il gesto sarebbe stato vendicato pochi anni dopo dal marito di Evelyn, il ricchissimo e violento Harry Kendall Thaw, con l’assassinio dell’archistar sulla terrazza del Madison Square Garden. La donna fu costretta ad ammettere di essere ancora l’amante di White per motivare l’omicidio compiuto dal marito, il quale evitò così la condanna a morte, fu rinchiuso in un manicomio criminale e, anni dopo, tornò in libertà. Dopo l’omicidio il grande edificio di Madison Square fu abbandonato e poi distrutto nel 1925. In seguito ne furono costruiti altri due.
Dal Co va oltre il suo ruolo di studioso per vestire i panni di un narratore accattivante e appassionato. Il monologo si chiude con una sua personalissima suggestione: la figura di Evelyn Nesbit, eterna bambina, viene paragonata a quella di Marilyn Monroe, giunta sul palco del “terzo” Madison Square nella serata del 1962 dedicata al compleanno del presidente Kennedy. Le due donne si sovrappongono l’una all’altra, entrambe simbolo del permanere assoluto della bellezza, dell’essere “che non diviene”, in netta contrapposizione con un mondo destinato a crescere.
Firenze – CHIOSTRO DI SANTA VERDIANA, 25 settembre 2014
Mariagiovanna Grifi
L’ASSASSINIO DELL’ARCHISTAR – Scritto e letto da Francesco Dal Co; Musiche dal vivo: Andrea Allulli.