C’è un gran pregio che vien fuori dal “Romeo e Giulietta” messo in scena anche quest’anno al Globe da Gigi Proietti, al di là del brio della messinscena e della parziale attualizzazione del contesto, che ha la doppia valenza di accattivarsi più velocemente il pubblico di giovani e di rendere, con grande incisività sul finale, eterno e presente il dramma dei conflitti di qualsiasi natura essi siano.
Ebbene, questo gran pregio è la passione.
La passione di Proietti per il Bardo, ed il grande rispetto per i versi Shakesperiani molto ben “spiegati” e molto ben approfonditi.
La passione dei giovani attori nell’interpretare versi vecchi secoli e secoli ma dalla poesia e dal fascino tutt’altro che polverosi.
La passione del pubblico che numeroso continua ad accorrere al Globe, a sedere anche a terra, ad assistere a spettacoli di oltre tre ore, ad applaudire quasi in delirio.
La passione in quanto tale, desiderio dei sensi e attrazione fatale che ha, in questa versione, particolare risonanza e candida ammissione.
In quest’opera Shakespiriana c’è tutta la forza e la avventatezza della giovinezza.
L’eccesso, l’imprudenza, il desiderio carnale e i sogni più sfrenati, più che l’amor cortese, incarnato meglio dal personaggio di Paride, è proprio l’attrazione incontrollabile tra Romeo e Giulietta a farla da padrone e condizionare tutti gli eventi della tragedia. E questo Proietti lo capisce e lo sottolinea non censurando volgarità e doppi sensi che nell’opera erano disseminati ovunque, espressione della giovinezza e della esuberanza dell’autore.
Il cast è molto bene assortito e appassionato.
E se i giovani attori affascinano nei loro ruoli (tra gli altri, focoso il Mercuzio di Fausto Cabra e l’incisivo Benvolio di Guglielmo Poggi) tra i meno giovani si ritagliano con astuzia numerosi momenti felici Martino Duane nel papà Capuleti e Gianluigi Fogacci in Frate Lorenzo.
Matteo Vignati e Mimosa Campironi sono un Romeo e una Giulietta freschi e convincenti. Forse più negli assoli o nelle interazioni con gli altri personaggi, però, che nelle scene che li vedono insieme. Quasi come se la enorme fama delle scene (quella del balcone e dell’allodola per intenderci) potesse bastare da sola o, nella paura di esser troppo melensi, ci si trattenesse dal lasciarsi andare fino in fondo.
Uno spettacolo davvero bello, comunque, assolutamente da non perdere in questa estate romana che celebra i 450 anni dalla nascita di Shakespeare.
Romeo e Giulietta 2014
Dall’8 luglio al 3 agosto 2014 ore 21.15, lunedì riposo
Regia di Gigi Proietti Traduzione di Angelo Dallagiacoma Prodotto da Politeama Srl